Potrebbe andar bene anche il carpe diem come insegnava Orazio, ancor prima della nascita di Cristo, ma non certamente quello che deve sopportare ogni giorno Elly Schlein. Lei continua imperterrita a sostenere il campo largo, l’unità fra i partiti che guardano a sinistra, però le sue parole rimangono lettera morta.
Com’è nelle migliori tradizioni, quando si è vis a vis tutto va bene, tutti sono concordi con la segretaria, ma appena escono dalla sua stanza lanciano frecce avvelenate, nascoste e non, contro quella signora politica che tempo fa “non hanno visto arrivare”.
Schlein odiatissima
Ora vorrebbero vederla partire, cioè fare i bagagli e tornarsene a casa per riflettere sugli eventuali errori commessi durante la sua esperienza in via del Nazareno. La verità è che nel Pd non si sta né in guerra, né in pace, si vive appunto alla giornata inseguendo slogan e miti del passato che oggi non contano assolutamente nulla.
Il ritorno di Prodi e dell’Ulivo
Si riaffacciano unioni come l’Ulivo, tornano alla ribalta nomi come quelli di Romano Prodi. Discussioni e dibattiti inutili, ci vuole ben altro se si vuole combattere e sconfiggere il governo di Giorgia Meloni.
Schlein è cocciuta e continua ad andare avanti per la sua strada. Il mono partito non tiene più, sarebbe illudersi inutilmente, ma Elly non molla e predica il suo futuro: quello di tornare a governare con un’alleanza che badi solo al benessere di un Paese che in due anni e mezzo è rimasto al palo.
Elly è ottimista, però non guarda in faccia la realtà. Possibile che non si accorga che ha accanto a sé, tranne i non molti fedelissimi, una folla di amici-nemici che non vedono l’ora di farla fuori?
Il primo che sogna questa novità è colui il quale dovrebbe essere il suo primo alleato: Giuseppe Conte, tanto per intenderci. Si è esibito in un ennesimo discorso che la dice lunga su quello che dovrebbe essere il grande patto della sinistra. “Non si va avanti con l’antifascismo e l’accoglienza indiscriminata dei migranti”, spiega alla festa dei Fratelli d’Italia.
Attenzione: questo è il pensiero attuale dell’avvocato del popolo. Sembra di sentire le parole accorate di un esponente della destra. Invece…… La realtà è che il campo largo continua ad essere un sogno proibito di Elly: una convinzione che ora comincia a vacillare.
Il presidente dei 5Stelle respinge un giorno si e l’altro pure l’idea di diventare un cespuglio, cioè un gregario della Schlein. Lui, due volte premier, ridotto ad essere un panchinaro? Mai. Potrebbe accettare la coalizione di Elly se fosse lui il direttore d’orchestra. Essere un violinista, sia pure di una certa importanza, non gli interessa affatto.
Se analizziamo con maggiore accuratezza quello che sta succedendo nel Pd, la situazione della segretaria non migliora, anzi. C’è una grande folla al centro, i protagonisti sono tanti, uno in più ogni mattino. Che cosa vogliono questi signori o signore? Diventare i federatori (un bel neologismo per ingannare i non addetti ai lavori) del partito. Cioè, diventare i numeri uno e quindi disfarsi dell’attuale assetto del Pd.
Il panorama è dunque questo: la Schlein è pronta a spalancare le porte di via del Nazareno pur di essere più forti e battere la destra; ma il resto della comitiva non ci sta. Temporeggia, fa finta di seguire la rotta solo per ingannare l’avversario e indebolirlo.
Ma chi sono gli avversari? Una triade di destra che litiga e si divide quotidianamente mandando ai matti Giorgia Meloni. Insomma, tempi difficili per chi guida la macchina. In specie ora che è entrato in vigore il nuovo codice della strada.