Intervistato dal Corriere della Sera, il capogruppo dei deputati leghisti Riccardo Molinari tira dritto sul disegno di legge Sicurezza (quello con il possibile inserimento dello scudo penale per le forze dell’ordine):
“Noi restiamo convinti che il disegno di legge debba essere approvato così come è. Il più rapidamente possibile. Il ddl è stato licenziato dal Consiglio dei ministri nel novembre del 2023. Dunque è stato discusso, esaminato, rigirato per quasi un anno. Se ci sono profili da migliorare, si può farlo in momenti successivi”. E aggiunge: “Riteniamo che siano perfettamente legittime tutte le norme che ci sono contenute. Ma in ogni caso, restiamo dell’idea che almeno le altre norme debbano essere approvate. Se poi il governo volesse migliorare la norma, può benissimo farlo con un decreto. Non mi pare che il governo sia parco su questo”.
Il no del Partito Democratico
Dall’altra parte della barricata, la deputata dem Debora Serracchiani. Intervistata da Repubblica la responsabile giustizia del Pd attacca: “Il tema dello scudo penale per le forze dell’ordine è delicatissimo e si scontra con profili di incostituzionalità chiari. Credo anche che, da un punto di vista valoriale, il governo pare non avere fiducia né nelle forze dell’ordine né nei magistrati”.
E ancora: “Quando si sono verificate aggressioni o scontri – prosegue – noi abbiamo cercato di dare strumenti affinché le stesse forze dell’ordine fossero in grado di dimostrare le proprie azioni, penso ad esempio alle bodycam o alla tutela legale. Lo scudo penale invece dà un’impunità”. Come si contrastano le manifestazioni quando degenerano in violenza, come successo al corteo per Ramy? “Abbiamo condannato e condanneremo sempre ogni forma di violenza – risponde -. Registriamo però che si vuole far passare l’Italia per un Paese sotto attacco, violento e con le piazze fuori controllo. Non è così. Certamente si devono prevenire gli eccessi”. Per Serracchiani “le forze dell’ordine devono essere messe nelle condizioni di fare bene il loro lavoro, che è delicatissimo. Bisogna fare formazione e garantire strumenti adeguati”.