Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov esclude l’Italia dal processo di pace per l’Ucraina. Rispondendo a delle domande inviate dai giornalisti italiani lo scorso 14 gennaio, il ministro spiega che l’Italia non può essere “un partecipante al processo di pace” per l’Ucraina, perché le relazioni con la Russia attraversano “la crisi più profonda dalla Seconda guerra mondiale, e di questo è indubbiamente
responsabile il governo di Roma”.
L’attacco è arrivato da Mosca proprio nel momento in cui Vladimir Putin lancia i segnali più distensivi ed espliciti per l’apertura di negoziati con Donald Trump, dicendosi pronto a incontrarlo per parlare di tutto.
Nelle sue risposte inviate alle domande presentate per iscritto dai giornalisti prima di una conferenza stampa, Lavrov esclude qualsiasi ruolo di mediatore al quale il governo di Giorgia Meloni possa aspirare (ammesso che lo voglia) basandosi sugli stretti rapporti che va intessendo con Trump.
“Vista la posizione anti-russa assunta dall’Italia – afferma la diplomazia di Mosca – non la consideriamo come un possibile partecipante nel processo di pace. Per non parlare di quello di un qualche ‘difensore degli interessi della Russia nella Ue’, ciò che suona francamente ridicolo date le circostanze attuali”.