L’ex brigatista fiorentino Simone Boccaccini è di nuovo libero. Condannato per l’omicidio professor Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo 2002 sotto la sua abitazione a Bologna, Boccaccini, oggi 64enne è uscito dal carcere di Alessandria la mattina di venerdì 9 agosto.
Boccaccini, all’epoca dei fatti era un idraulico dipendente del Comune di Firenze e sindacalista delle Rdb (poi radiato). Dopo il suo arresto era stato condannato a 21 anni a Bologna per il delitto Biagi e poi a cinque anni e otto mesi per banda armata per associazione sovversiva (confermata poi in Cassazione il 25 giugno 2007). Venne invece assolto per l’omicidio di Massimo D’Antona, l’altro giuslavorista ucciso dalle nuove Br a Roma.
Il fine pena era fissato per il 2026, ma Boccaccini ha potuto lasciare il carcere di Alessandria usufruendo dello sconto previsto dalla legge per buona condotta. A Boccaccini, il carcere a vita in primo grado fu ridotto a 21 anni in appello, per la concessione delle attenuanti generiche. Riduzione poi confermata dalla Cassazione.
Per l’omicidio Biagi sono stati condannati all’ergastolo Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Diana Blefari Melazzi. Quest’ultima si impiccò in cella con strisce di lenzuola il 31 ottobre 2009. Cinzia Banelli, la “compagna So'”, ha invece lasciato il carcere da tempo dopo essersi pentita ed aver cambiato identità. Secondo quanto venne dichiarato da Cinzia Banelli, a sparare a Marco Biagi fu Mario Galesi, morto in un conflitto a fuoco nel quale rimase ucciso l’agente di polizia Emanuele Petri. In quell’occasione venne arrestata nadia Desdemona Lioce.
“La riduzione di pena per noi è devastante, Se ciò avvenisse sarebbe come se mio padre venisse ucciso una seconda volta“. A rilascaire questa dichiarazione fu Lorenzo, il figlio di Marco Biagi, nel 2019. In quell’anno venne infatti depositata la richiesta dello sconto di pena per Boccaccini. “Nessuna intenzione di polemizzare con la decisione dei giudici, perché questa è la legge, ma è tanto il senso di scoramento e di rabbia” aggiunse Lorenzo Biagi. Che oggi, in un’intervista a Repubblica conferma di provare molta rabbia, dicendo che “per i brigatisti non dovrebbe esserci nessuno sconto di pena”.
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