Sinistra piange, destra non ride anche se è al governo, le elezioni europee incombono

Se la sinistra piange, la destra non ride. Serviamoci per una volta degli ultimi sondaggi per verificare se questa situazione è vera.

Dunque, se diamo retta ai numeri, Fratelli d’Italia rimane stabile, mentre il Partito democratico, nonostante il successo (?) della manifestazione di piazza del Popolo scende di uno 0,3 per cento. Questo dato non sarebbe determinante se non tenessimo presente quello dei 5Stelle che avanzano di uno 0,4 per cento. Il che significa che raggiungono in totale il 16,6 per cento a soli tre punti dai dem. 

Insomma, si è già in piena campagna elettorale per le europee della primavera dell’ormai prossimo anno. E’ bene ricordarlo ancora una volta: per quelle elezioni si voterà con il sistema proporzionale.

Questo significa che sarà una competizione del tutti contro tutti. Non saranno possibili alleanze, né inciuci che spesso hanno rivoluzionato le preferenze del popolo.

Allora, ecco quindi spiegato il perché nelle forze dell’opposizione non si trova quell’accordo che dovrebbe portare alla creazione di quel campo largo che Enrico Letta, a quel tempo presidente del consiglio, inseguì invano. 

Magari tra i due partiti d’opposizione ci sarebbero diversi punti d’incontro, vale a dire le stesse valutazioni sui problemi del Paese; ma la battaglia per accaparrarsi punti per le europee è più forte di qualsiasi altra cosa.

E’ il traguardo che Giuseppe Conte vuole raggiungere a tutti i costi. Deluso per aver perso due volte la presidenza del consiglio, deve dimostrare a sè stesso, ma soprattutto agli altri, che quello fu un errore imperdonabile della sinistra che favorì la netta vittoria di Giorgia Meloni e dei suoi alleati.

Ecco, dunque, che gli si offre la possibilità di una rivincita e sa alla perfezione che il primo tassello da mettere è quello di battere il Pd e diventare il primo partito dell’opposizione. Soltanto a quel punto si potrà riparlare di una forza unica in grado di sconfiggere un giorno l’attuale maggioranza. 

Per il momento, dunque, non c’è niente da fare, nonostante le belle parole e i propositi che si ripromettono Giuseppe Conte ed Elly Schlein abbracciandosi in pubblico ed andando insieme alle manifestazioni di piazza. E’ questo il motivo per cui la sinistra continua a piangere e a non scalfire nemmeno un po’ l’odierno esecutivo. C’è infatti chi dice con malizia che i maggiori alleati di Giorgia siano i suoi oppositori.

Se ne deduce che a destra siano tutte rose e fiori? Nemmeno per sogno. La “lotta” è soprattutto interna. Alleati si, ma fino ad un certo punto. Nessuna delle tre forze rinuncia ad alcune prerogative cardine per le quali si sono impegnate con i propri elettori.

Ne nasce quindi una incomprensione che fa uscire dai gangheri il premier che a volte parla senza peli sulla lingua. Gli ultimi due episodi che dimostrano quanto sia difficile menare la danza riguardano Forza Italia e Lega.

I primi si sono opposti con vigore al disegno che il presidente del consiglio voleva portare a termine: la tassa sugli extraprofitti delle banche, sacrosanta per molti. La ragione? Semplice: quando vai a chiedere un mutuo o un prestito tutto diventa difficile e a caro prezzo. Non solo, ma sui risparmi che a fatica sei riuscito a mettere sul tuo conto corrente “guadagnerai” una percentuale da ridere. 

Nonostante ciò, Forza Italia è riuscita a “convincere” Giorgia che ha dovuto innestare la marcia indietro. La ragione di un simile atteggiamento? Mediobanca, un istituto di credito vicinissimo (eufemismo) alla famiglia Berlusconi.

Matteo Salvini non è da meno ed è per lui che talvolta la destra non ride. Ad esempio, la manovra economica. Giorgia Meloni aveva convinto i suoi parlamentari a non presentare emendamenti per evitare che l’approvazione da parte del Parlamento ritardasse.

Ebbene, nonostante l’accordo la Lega di Salvini, se non direttamente lui, ne ha presentati tre facendo urlare il premier. Alla fine, tutto si risolverà, ma quanta fatica! Piangere e ridere sono dunque due verbi che continueranno a rincorrersi malgrado la gente non ne possa più di questa altalena che porta solo guai ad un Paese che ne ha già tanti.

 

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Bruno Tucci