Storia sintetica d’Italia dal 1946 a oggi, attraverso le elezioni, ecco i nostri secondi 20 anni, tutto è cambiato dopo il crollo del muro di Berlino. Dal 1968, anno della rivoluzione mondiale, al 1994, anno dell’avvento di Berlusconi e dei post fascisti al governo, l’Italia ne ha passate tante: solo un popolo abituato da migliaia di anni di invasioni, schiavituù e gloria a vederne di tutti i colori poteva reggere la epocale trasformazione da contadini a cittadini e la biblica trasmigrazione dal Sud al Nord, marcate da anni di terrorismo e concluse dal ribaltone di Mani Pulite.
Due partiti sono stati uccisi, la Democrazia Cristiana morta suicida in modo ancora inesplicabile, e il Partito Socialista, vittima del vecchio principio stalinista che non voleva nessuna sinistra se non la propria.
Il Pci sembrava destinato a essere il partito dominante, si veda la marcia trionfale, dal 22 per cento del ’58 al 34 del ’76. Il ’76 doveva essere l’anno del sorpasso del Pci sulla Dc, per nostra fortuna non accadde, per nostra sfortuna andò peggio negli anni seguenti. Il ’76 era il decimo anno della Rivoluzione Culturale cinese, fu anche l’anno della morte di Mao ma da noi le cose arrivano sempre un po’ in ritardo e Mao era il mito della buona borghesia italiana. Ricordo i compagni pariolini sfollare dal cinema Adriano in piazza Cavour a Roma dopo la proiezione di ‘900 di Bertolucci, tutti eccitati da come i contadini avevano inforcato il povero fattore interpretato da Donald Sutherland. Non capivano che al posto di Sutherland ci sarebbero stati loro.
Nel febbraio 1976, uscì anche il primo numero di Repubblica, che influenzò il giornalismo e l’Italia, sulla scia del Corriere della Sera di Piero Ottone, nel bene e nel male. Era un mercoledì, perché il giornale all’epoca non aveva ancora l’edizione del lunedì e di martedì non era prudente esordire: né di venere né di marte, ricordava Carlo Caracciolo. Saremo di sinistra, ma donne e tabù sono sacri.
Il Pci è crollato, con la fine del comunismo. I suoi leader sono stati abili trasformisti ma alla fine per sopravvivere sono dovuti confluire in un nuovo partito, il Partito Democratico, dopo una ventina d’anni di evoluzioni tra Pds, Ds e Ulivo.
In questi 20 anni il mondo è passato a sua volta attraverso importanti trasformazioni. La fine del comunismo e dell’imperialismo sovietico è un fatto importante ma non decisivo. Altri ne dobbiamo ricordare.
L’emergere della potenza cinese è stata una lezione per la sinistra europea. I cinesi, guidati dal formidabile Deng Xiaoping, rivoluzionario comunista della prima ora ma figlio del Sichuan, hanno dischiuso tutta la loro potenzialità economica senza perdere il controllo politico del sistema.
In Iran l’antica Persia che i romani mai riuscirono a sottomettere, ci fu un cambiamento radicale, nel 1979 la rivoluzione guidata dall’ayatollah Komeini mandò in esilio l’imperatore – scià e instaurò un regime ultrareligioso islamico sciita che regge ancor oggi.
La economia e la finanza mondiali si sono evolute, il commercio è stata sempre più la forza produttrice di ricchezza, come ai tempi di Adamo e Eva, ma la finanza ha partorito la super finanza, spingendo ricchezza e crisi oltre ogni limite mai concepito.
Non poteva mancare qualche bella recessione, quella dei primi anni ’80, seguita proprio alla rivoluzione iraniana e quella del ’90, contemporanea alla fine del comunismo europeo. In Italia durò qualche anno di troppo. Non ho mai capito perché, se non spiegandomelo con un grande gioco occulto mondiale che portò alle feroci e disgraziate privatizzazioni. Esse regalarono al grande capitale americano (e non solo) i pezzi più belli della nostra industria pubblica, quella che aveva reso possibile la crescita della nostra economia nel dopoguerra.
Nessun controllo sui prezzi e le bollette salate che paghiamo oggi ne furono la conseguenza, ma non ci furono tragedie perché nel frattempo l’Italia era diventata un Paese non ricco ma molto ricco e noi potemmo assorbire gli aumenti senza grandi traumi.
La misura della grande espansione degli anni ’90 è nella crescita della pubblicità di quegli anni, da pochi milioni a tanti miliardi.
Nel frattempo, dalla fine degli anni ’70, il debito pubblico italiano ha iniziato a galoppare. Coincidenze: l’Italia si è indebitata per distribuire una ricchezza che non c’era e rendere felice una massa di popolazione inquieta e pronta alla rivoluzione. Guardate qua sotto la crescita dei voti comunisti (e il consenso di cui godeva in certi strati l’estremismo brigatista).
Nei primi anni del millennio i conti pubblici si sono riequilibrati nela gestione corrente, ma rest il carico dei debiti fatti allora e degli interessi che gravano sui nostri conti. In America ci prosperano con un deficit stellare ma noi siamo sotto il tallone tedesco, della cui economia siamo una componente.
Arriviamo al 1994. Due anni prima democristiani e sinistra avevano dominato le urne. Nel frattempo la Dc era stata uccisa, Craxi era stato costrettio all’esilio. Berlusconi aveva soltanto una preoccupazione, che gli portassero via le sue stazioni tv, la sua vera ragione di vita e di azione politica.
La sinistra aveva occupato la Rai. Furono i Tg di sinistra della Rai a dare l’annuncio come un banditore medievale: Berlusconi scende in campo. Berlusconi era amato dal grande popolo perché aveva dato a milioni di italiani film gratis a tutte le ore di tutti i giorni, Marcello Dell’Utri imbastì un partito che uscì trionfante dalle elezioni. La spregiudicatezza di Berlusconi fece il resto: fece uscire dalle fogne i fascisti, portò in coalizione una forza, la Lega, guardata con sospetto in Italia come nel mondo.
Così si apriva il nuovo millennio.
Il primo articolo, Contributo alla storia d’Italia dal 1946 a oggi, elezioni tappe di un popolo servo verso la libertà, si può leggere qui.
1972 | 1976 | 1979 | 1983 | 1987 | 1992 | 1994 | |
DC / PPI | 38,7 | 38,3 | 38,3 | 32,9 | 34,3 | 29,7 | 15,7 |
Forza Italia | 21,1 | ||||||
PCI /PDS (dal 92) | 27,2 | 34,4 | 30,4 | 29,9 | 26,6 | 16,1 | 20,4 |
PSI | 9,6 | 9,6 | 9,8 | 11,4 | 14,3 | 13,6 | 2,2 |
PSDI | 5,1 | 3,4 | 3,8 | 4,1 | 2,9 | 2,7 | |
PSIUP/Rifondazione | 1,9 | 1,5 | 1,4 | 1,5 | 1,7 | 5,4 | 6,1 |
MSI | 8,7 | 6,1 | 5,3 | 6,8 | 5,9 | 5,4 | 13,5 |
VERDI | 2,5 | 2,8 | 2,7 | ||||
UQ/PLI | 3,9 | 1,3 | 1,9 | 2,9 | 2,1 | 2,9 | |
PRI | 2,9 | 3,1 | 3,1 | 5,1 | 3,7 | 4,4 | |
Radicali | 3,5 | 2,2 | 2,6 | 1,2 | 3,5 | ||
Lega | 0,5 | 8,6 | 8,4 | ||||
98 | 97,7 | 97,5 | 96,8 | 96,6 | 92,8 | 93,6 |
Il precedente articolo, Contributo alla storia d’Italia dal 1946 a oggi, elezioni tappe di un popolo servo verso la libertà, è stato pubblicato il 5 maggio.
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