Suicidio assistito, è caduto un tabù. La Toscana, prima regione in Italia, ha approvato la legge che dà il via libera alla regolamentazione del fine vita. L’atto è scaturito dalla proposta di legge promossa dalla “Associazione Luca Coscioni”, il gruppo di promozione sociale impegnato dal 2002 nell’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza.
La Toscana con questa legge, una scelta coraggiosa e responsabile, ha voluto garantire ai malati, tempi e modalità certi per l’accesso al suicidio medicalmente assistito. La svolta sul fine vita anticipa il Parlamento. La legge sul fine vita è passata con i voti di Partito Democratico, Italia Viva e Movimento 5 Stelle e un consigliere della Lega: 27 voti favorevoli, 13 contrari (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega).
Va detto che questa legge non impone nulla a nessuno ma offre a chi si trova in situazioni di sofferenza estrema la possibilità di scegliere con consapevolezza. Dunque, come ha detto Antonio Mazzeo (presidente del Consiglio Regionale della Toscana), “è una legge che si basa sulla libertà, l’auto determinazione e il principio fondamentale del valore e del rispetto dell’esistenza di ciascuno. Un atto di cura che non è in alcun modo un invito a morire ma tutt’altro”.
È il caso di ricordare che la legge è stata promossa dalla cittadinanza con la raccolta di 1omila firme e che è stata varata ascoltando la società civile, i medici, le associazioni. C’è stato anche un confronto con la Chiesa e il mondo cattolico. Il testo finale è il frutto del grande lavoro fatto dalla Commissione guidata da Enrico Sostegni e si tratta di un testo che è riuscito a portare a sintesi le tante, molteplici sensibilità.
Immediatamente è scaturito uno scontro politico. Mentre sinistra e Radicali fanno festa, i vescovi non hanno nascosto la propria ira. Il documento della Cei parla chiaro: “È una sconfitta per tutti. Bisogna essere portatori di speranza e di vita”. Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei, si è detto “dispiaciuto” per l’esito della votazione ricordando l’esistenza alternativa delle cure palliative. Al suo fianco la reazione di Pro Vita e Famiglia che ha chiesto al governo di ricorrere alla Consulta. Il provvedimento toscano è stato bocciato dai Pro Life con termini duri: “Provvedimento omicida e incostituzionale”. Sulla stessa linea FdI e Forza Italia. Inevitabile lo scontro politico.
L’ex eurodeputato Marco Cappato ha attaccato il centrodestra: “I partiti che si oppongono alla legge sul fine vita in Toscana sono gli stessi che in Parlamento si oppongono a una legge nazionale”. Emma Bonino ha definito la novità come “un grande passo in avanti”.
Laura Boldrini ha applaudito la regione Toscana perché ha confermato di essere “una terra di civiltà e diritti”. La capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Luana Zanella, ha invitato il Parlamento a procedere con una legge nazionale. Ma il Governo, con il ministro per Le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella, ha già lasciato intendere, qualche giorno fa, di essere contrario. Ne vedremo delle belle.
Se la Toscana è stata la prima ad approvare la legge sul Fine Vita, il Veneto è la seconda regione italiana a depositare la proposta di legge (dopo l’Abruzzo), ma la prima effettivamente a discuterla in Consiglio Regionale. Anche l’Emilia Romagna e la Puglia si sono occupate, con una delibera regionale, delle linee di indirizzo per regolamentare l’accesso al suicidio assistito.
Il dibattito sui diritti civili si è fatto rovente. Al sì del centrosinistra si è opposta la maggioranza con la sola Lega che ha lasciato libertà di coscienza. Il salto di civiltà è solo agli inizi.