Taxi, Meloni Pilato passa il cerino ai comuni: finirà come Bersani? Governo fa marcia indietro? Un po’ lo ha fatto

Da oggi sarà più facile prendere un taxi? Forse sì forso no, visti i tentennamenti del Governo. Le licenze dovrebbero aumentare del venti per cento, non si dovranno più attendere interminabili minuti per spostarsi da un quartiere all’altro.

Almeno così sembra, perché le polemiche e le proteste sono cominciate subito ancor prima che da Palazzo Chigi uscisse il comunicato ufficiale e la immancabile conferenza stampa. E il precedente di Bersani è storia.

I proprietari dei taxi non ci stanno. Dicono che così non potranno andare avanti perché, economicamente,  non arriveranno alla fine del mese. Insomma, la platea dei poveri aumenterà con il beneplacito dell’esecutivo. Naturalmente, l’opposizione è subito salita sul carro dei nuovi indigenti (così dicono) per prendere di mira Giorgia Meloni e i suoi più stretti collaboratori. “Un decreto inutile”, sostengono i 5Stelle. “Soprattutto tardivo”, aggiungono. Per Concludere: “Non servirà a nulla”.

Ora lasciamo da parte la faziosità e l’opportunismo politico. Si poteva ancora temporeggiare e far dire ai milioni di turisti che arrivano ogni anno in Italia quali disagi si dovevano superare in specie nelle grandi città come Roma, Milano, Napoli, Torino? Oltre alla cosiddetta “super tariffa”  che non esiste in nessuna altra città europea, perché a volte la macchina che hai prenotato e su cui ti siedi già segna un dovuto di dieci-dodici euro?

Certamente il governo non poteva rimanere a braccia conserte e lasciare che questa situazione si protraesse. Ma ecco, come avviene spesso se non sempre nel nostro Paese, infuriare la polemica sospinta anche da chi la pensa diversamente da un punto di vista politico. Aiutato da quella parte dell’informazione che oscilla come un pendolo. Alla resa dei conti, dopo il decreto varato dall’esecutivo, il bicchiere appare mezzo pieno e mezzo vuoto.

Nel primo caso per la semplice ragione che una simile situazione non poteva rimanere tale per il buon nome del nostro Paese. Nel secondo, perché Palazzo Chigi non ha voluto prendersi per intero le responsabilità del dissidio. Tanto è vero che il provvedimento è stato varato, ma la decisione dell’aumento del venti per cento delle tariffe spetterà stabilirlo ai sindaci dei vari comuni interessati. Vuol dire lavarsene le mani alla Ponzio Pilato? In parole semplici: noi consiglio dei ministri abbiamo deciso quel che era giusto decidere, ma poi alla fine il cerino finirà nelle mani dei sindaci?

È un dilemma che solo nei prossimi mesi sarà sciolto: quando il decreto troverà forza con il passato dei giorni; oppure se tutto finirà in una bolla di sapone. 

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Bruno Tucci