Tensioni nel Governo, si allargano i fronti. Maggioranza in fibrillazione. Duello Lega-Forza Italia per la governance della Rai dopo le dimissioni della presidente Marinella Soldi, passata armi e bagagli alla BBC. Altri fronti caldi: alta tensione sul decreto carceri; martedi prossimo in Aula verrà messa la fiducia. È il caso di ricordare che su tale decreto, firmato dal ministro della giustizia Carlo Nordio, la maggioranza si è ricompattata per un soffio, grazie alla mediazione messa in campo dalla presidente della commissione Giustizia del Senato, la palermitana Giulia Bongiorno (quota Lega), già ministro nel governo Conte Uno. Forza Italia aveva presentato robusti emendamenti al testo, inutilmente; altro non è rimasto che masticare amaro.
Scricchiolii anche sulla Autonomia differenziata, schermaglie sulle “liste di attesa“, attriti sul “tax credit” per il Sud che doveva essere il fiore all’occhiello di Giorgia Meloni; crediti di imposta studiati come una compensazione dei debiti fiscali e previdenziali che riguardano le regioni del Sud e Sardegna. Ora il disegno politico della premier si è trasformato in un braccio di ferro tra il barese Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia) e il varesino Giancarlo Giorgetti (Lega). Due ministri in aperto conflitto; pomo della discordia la somma stanziata. Fitto ha speso troppo (7,6 miliardi più del previsto), Giorgetti “taglia” per mancanza di risorse. La tensione è salita alle stelle.
Sembrava una battuta spiritosa. Il solito motto di spirito. Giorni fa il presidente di Italia Viva (ed ex segretario del Pd) se ne è uscito sparando una profezia sul voto anticipato. Una ipotesi che nei palazzi romani comincia a risuonare. Qualcuno degli uomini di Fratelli d’Italia più vicini a Giorgia Meloni si è lasciato sfuggire: ”È una ipotesi che non temiamo”. Di sicuro i fronti aperti nella maggioranza sono tanti e la pazienza di Giorgia Meloni non è illimitata. Ergo, tutto può succedere. Come insegna il caso Toti che ha scelto le dimissioni irrevocabili alla presidenza della Regione Liguria.
Tra tanta fibrillazione c’è un’oasi di serenità. È passato all’unanimità, nell’aula di Montecitorio, il bilancio preventivo 2024-26 della Camera dei Deputati. Tutti d’accordo. Molteplici le richieste dei deputati anche le più bizzarre: come l’affidamento di tutti i servizi della cittadella di Montecitorio, le pulizie, la ristorazione, il facchinaggio; tutte cose affidate ad una società in house creata ad hoc. Molte le novità chieste o introdotte dai deputati. Una su tutte: prevedere l’installazione di stalli per biciclette e monopattini nei pressi del Parlamento. Ha detto il richiedente Paolo Emilio Russo: ”Biciclette e monopattini sono mezzi che garantiscono maggiore velocità e inquinamento zero; sono sempre più usati da parlamentari, giornalisti e personale”. Richiesta condivisa in modo bipartisan. E ti pareva.
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