Politica

Trump e la picconata alla Costituzione americana, addio allo ius soli per i figli dei clandestini

Nella lotta all’immigrazione irregolare, che Donald Trump ha deciso di mettere in cima alla sua agenda politica, è finito anche un caposaldo della storia degli Stati Uniti: lo ius soli, il diritto di essere cittadino statunitense per il solo fatto di essere nato su quel suolo. Si tratta di uno dei fondamenti della Costituzione di un Paese che è nato con le migrazioni e che ora verrebbe abolito nel caso in cui i genitori del nascituro fossero entrati negli Usa come clandestini.

L’abolizione dello ius soli è uno dei primi decreti firmati dal neopresidente Usa e, ora, trattandosi di un tema costituzionale, dovrà passare al vaglio della Corte Suprema, che potrebbe anche decidere di bloccare quanto deciso dalla nuova amministrazione americana.

La pratica di far nascere il figlio negli Stati Uniti, va detto per chiarezza, viene usata molto dai cittadini facoltosi del Centro e Sud America, mamme e papà che sono in grado di pagarsi una clinica negli Stati Uniti. Si tratta quindi di un problema che riguarda una fetta di popolazione che non entra clandestinamente negli Usa, ma che comunque spera che il proprio figlio, magari un giorno, possa andare a vivere negli Usa senza avere problemi col passaporto.

Trump, e come lui molti altri leader della destra sovranista, dimostra di non guardare in faccia a nessuno e di mettere in discussione, fin da subito, valori costituzionali. Ma a chi giova questa picconata ai principi? Forse quello che interessa a Trump è solo la politica dell’annuncio. Se la Corte Suprema bloccherà la norma, il presidente si appellerà ai poteri forti che remano contro di lui. Ci ricorda qualcuno?

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Lorenzo Briotti