Donald Trump vince le elezioni Usa con uno scarto notevole. Il “muro” di donne che appoggiavano Kamala Harris per difendere i diritti riproduttivi non ha retto. Si tratta dell’ennesima sconfitta del “campo progressista” nel mondo, come viene ormai definito il centrosinistra che ha al suo interno partiti che non provengono da una tradizione socialista.
Sui motivi della vittoria si è già detto molto. Si possono tuttavia esprimere alcune considerazioni sul perché milioni di latini che vivono negli Stati Uniti abbiano votato un uomo ricco e non certo aperto alle minoranze come Trump. Stesso discorso per gli operai della manifattura che lavorano nell’America profonda, quella lontana dalle coste “liberal”.
Quello che ha spinto, i latini, a votare per il tycoon è stata forse la paura. Paura di perdere il lavoro, magari mal pagato e che ti costringe a vivere in auto, con l’arrivo di altri migranti. Hanno votato Trump quindi forse anche per le promesse del “sigillo” che metterà tra gli Stati del sud e il Messico. E Trump, dal canto suo, ha promesso che senza immigrati i salari cresceranno. Meno migranti meno offerta e quindi salari leggermente più alti. Come dire: invece di affrontare un problema in modo politico lo si affronta in un modo economicistico.
Negli Stati Uniti, un’altra cosa che emerge è il controllo dei mezzi di comunicazione. La sinistra, anche negli Usa sembra andare forte nei giornali, mezzo purtroppo ormai obsoleto e non usato da larga parte della popolazione. La destra trumpiana ha avuto il controllo di molti nuovi media: guarda il ruolo di Elon Musk con X o il tam tam mediatico via Telegram dei suprematisti bianchi presenti in modo massiccio ai seggi. Per non parlare del ritorno alla grande di Steve Bannon.
I democratici non sono sembrati pronti a cavalcare questi nuovi mezzi. Si potrebbe spiegare il motivo per cui nei sondaggi sono andati forti senza poi vincere. Qualcuno è andato a vedere come si svolgeva il dibattito elettorale sui social, dibattito decisamente spostato verso Trump?
Cosa deve fare la sinistra per vincere? Mi rendo conto che dirlo a riguardo delle elezioni negli Usa sia difficile ma dovrebbe tornare a fare la sinistra. Kamala Harris ci ha tentato? Verrebbe da dire di sì per alcune cose, decisamente no per altre.
La vicepresidente ha provato a tenere al suo interno l’anima più radicale del partito Democratico ma evidentemente è riuscita a parlare alla minoranza nera e a quella impegnata nei diritti civili ma non a quella preoccupata dei salari bassi.
Non ha probabilmente parlato agli operai che, negli Usa, sono ancora tantissimi. Anche là, operai che una volta appoggiavano la sinistra e che ora si sono sentiti traditi ed hanno ripiegato su chi ha regalato loro un sogno. Un sogno distorto di un’America isolazionista e razzista ma sempre un sogno è.
Un’ultima considerazione su Biden. Forse anche per un fatto di età è stato un presidente poco amato. Ma per rendersi conto di quanto sia distorta la realtà, l’economia americana con lui è cresciuta. Ma Trump ha fatto credere che il miglioramento non ci fosse riuscendo, anche in questo caso, a distorcere completamente la narrazione.
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