Dopo le pistole da puntare contro Liz Cheney, la figlia dell’ex vicepresidente repubblicano passata ora con i democratici, e il microfono con cui avrebbe simulato del sesso orale, Donald Trump fa ancora parlare di sé. E’ infatti la terza volta, in pochi giorni, che un comizio di Trump finisce sui giornali per gesti assurdi o parole a vanvera. Questa volta siamo in Pennsylvania a pochi chilometri dalla località dove il 13 luglio ci fu un tentativo di attentato nei suoi confronti. Il candidato alla Casa Bianca ha parlato circondato dai vetri antiproiettile. E stavolta se l’è presa con i media sostenendo che non gli “dispiacerebbe se qualcuno sparasse contro di loro”.
Le parole di Trump
“Per uccidermi qualcuno dovrebbe sparare attraverso i giornalisti presenti e la cosa non mi dispiacerebbe così tanto”, ha detto l’ex presidente, accusando la stampa di essere “gravemente corrotta”. Durante il dibattito, Trump ha ancora una volta accusato Kamala Harris dicendole che “è un’estremista di sinistra ed è totalmente corrotta”. Trump ha poi insinuato ancora una volta che le elezioni possano essere truccate e i sondaggi falsi. “Sono corrotti, diranno che vogliono 12 giorni per sapere chi ha vinto. Andrebbero messi in galera”, ha attaccato il candidato repubblicano.
La strategia di Trump
Quale possa essere la strategia di Trump è ormai chiara. A suggerirgliela sembrerebbe essere anche l’ex consigliere Steve Bannon appena uscito di galera qualche giorno fa. Lo scopo è quello di spostare il dibattito a questioni che non hanno a che fare con i programmi politici. La tecnica, che in diversi casi abbiamo conosciuto anche noi qui in Italia, è quella di denigrare l’avversario dandogli “dell’estremista di sinistra corrotto”. Trump sdogana poi termini fortissimi anche negli Usa e che hanno a che fare con le armi. Frasi come “vorrei che sparassero ai miei avversari” . E ancora non si è finito di votare che per l’ex presidente le elezioni sono già truccate.
Trump parla solo per immagini e parole forti contro chi prova a fornire numeri. Ed usa un linguaggio semplice, “parla come un bambino di 4 anni” ha fatto notare qualcuno. Inoltre, in molti casi sminuisce l’avversario anche dal punto di vista fisico (lo fece contro Hilary Clinton nel 2016).
In molti pensano che in caso di vittoria di Trump, in pochi mesi finirebbe la guerra in Ucraina. Probabilmente sarà così grazie alla sua strategia che porterebbe gli Usa a ritirarsi dai vari scenari internazionali. Una cosa però è certa: nel caso in cui vinca, prepariamoci a mesi di forti conflitti negli Usa ed anche fuori, conflitti che avranno a che vedere con due visioni del mondo opposte. Sperando che la più grande democrazia del mondo non riviva situazioni come quelle accadute con l’assalto a Capitol Hill del gennaio del 2021.