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Tutt’intono sale l’ansia per una Terza guerra mondiale. Ma l’Italia guarda altrove

In queste ore, la Russia è stata colpita per la prima volta da missili statunitensi. Medvedev ha dichiarato che “abbiamo il diritto di reagire con armi di distruzione di massa contro Kiev”. Dal Cremlino si parla di una “possibile risposta nucleare ai missili dell’Ucraina”. Nel frattempo, in Svezia, nelle cassette postali viene distribuito un vademecum su “cosa fare in caso di guerra”. Trump Junior, invece, afferma che “Biden vuole scatenare la Terza guerra mondiale”. Sul fronte opposto, l’Iran promette che “risponderà a tempo debito”, mentre Israele continua i bombardamenti e le incursioni in Libano. Insomma, tutt’intorno all’Italia, il mondo trema di paura e si interroga su ciò che potrebbe accadere. Si parla di guerra, di fronti, di armi di distruzione di massa, di missili, di vittime civili e militari.

E in Italia? Qui, nel recinto italico, di escalation nucleare se ne parla poco o nulla. Da decenni, in effetti, siamo un Paese più o meno fuori dalla storia. Presi dai battibecchi elettorali, forse ormai invecchiati troppo e male, e soffocati da una crisi economica che sta strangolando sempre più quel che resta della nostra comunità, noi italiani fatichiamo a guardare oltre la staccionata del nostro piccolo pezzetto di terra. Ma siamo davvero sicuri di poter continuare a far finta di non capire cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere?

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