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Ucraina, mille giorni senza pace. Svolta nel conflitto: missili USA per colpire in Russia

Ucraina, mille giorni senza pace. Martedi 19 novembre l’invasione russa compie il millesimo giorno di guerra. Il conflitto doveva esaurirsi in una settimana, secondo i generaloni dello zar, ed invece la pioggia di bombe continua sulla popolazione martoriata. Si è innescata una escalation che forse è la conferma che qualcosa si sta muovendo verso la pace o qualcosa che le assomigli. Insomma, uno scenario che ci sta: prima la tempesta poi l’arcobaleno. Il quadro perfetto per arrivare al tavolo delle trattative con un nemico ancor più provato. O, come dice in un editoriale il saggio Gabriele Canè, “con qualche chilometro di territorio in più da barattare”. Senza dimenticare il nuovo peso che potrà avere il cambio di inquilino alla Casa Bianca; o la recente mossa di Scholz (il cancelliere tedesco ha sentito Putin dopo due anni di silenzio; un gesto di debolezza che francamente poteva risparmiarsi. Il vecchio socialdemocratico, erede incompiuto della prussiana Merkel (tra l’altro figlia di un pastore luterano), è incapace di risolvere i problemi tedesco, come può pensare di risolvere quelli mondiali? Detto questo, ecco due o tre cose che se ne ricavano.

Biden fa i dispetti a Trump

Ucraina, mille giorni senza pace. Svolta nel conflitto: missili USA per colpire in Russia (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Poche storie: la Casa Bianca ha autorizzato Kiev ad usare i missili a lungo raggio (possono colpire a 300 km di distanza e sfuggono alle intercettazioni), dopo mesi di estenuanti trattative. La decisione di Biden è un duro attacco alla “dottrina Trump”. Di più’: un dispetto, una scelta compiuta per irritare il tycoon e insieme dimostrargli la sua superiorità sdegnosa. C’è riuscito. Mai visto un Trump così imbufalito, rabbioso.

Il piano Putin e la furia rossa

Smascherato l’altra notte il piano dello zar. Convinto che la strada dei negoziati non è poi così distante e volendo sedersi al tavolo delle trattative con il pallino in mano – più territori conquistati, nemico stremato, popolazione al buio- Putin ha scatenato l’inferno su tutte le regioni ucraine, nessuna esclusa. Raid massicci come non si era mai visto dal 22 febbraio del ‘22 (primo giorno della vergognosa aggressione russa) in poi. Una autentica furia russa alimentata da 150 razzi, 90 droni, missili da crociera, balistici, velivoli senza pilota (gli Shahed forniti dall’Iran, i cosiddetti “droni suicidi”). Causate restrizioni energetiche e timori nucleari.

Un futuro realistico

Come finirà questa guerra? Macron dice che “Putin non vuole la pace e i negoziati, a prescindere dalle sue molteplici dichiarazioni”. Anzi il presidente francese è convinto che lo zar “voglia intensificare i combattimenti”. E allora? La guerra finirà come insegna la storia: l’aggredito sarà costretto a cedere territori al’aggressore. Facciamocene una ragione.

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Enrico Pirondini