Svolta anti veti a Strasburgo: i Socialisti spagnoli hanno aperto a Fitto. Si sono sbloccati. In cambio però hanno voluto il via libera alla loro candidata Teresa Ribera, vice presidente del Governo di Spagna a guida Pedro Sanchez, osteggiata dal Partito Popolare per via della sua gestione, francamente pessima, dell’alluvione di Valencia (217 morti, 14 dispersi).
E i Popolari sostengono con estrema decisione Raffaele Fitto, 55 anni, ministro nel Governo Meloni, dal 2019 approdato in Fratelli d’Italia direttamente dalla DC. L’impasse – dura, tignosa, apparentemente insuperabile – è durata una ventina di giorni e poi, giusto alla vigilia del D-Day (mercoledì 20 saranno nominati i Commissari europei) l’impasse si è sciolta.
Così almeno garantiscono i rumors che arrivano da Strasburgo, da Bruxelles e soprattutto da Rio dove è in corso da lunedì 18 il vertice del G20 e, a margine del summit, si è discusso di nomine UE. Morale: Sanchez ha dato l’ok per Fitto pretendendo garanzie per la sua Ribera. Ergo, l’esecutivo europeo della Ursula è salvo e i suoi 27 membri possono mettersi il cuore in pace. Resteranno in carica 5 anni.
Manca solo l’ufficializzazione. Ma è fatta. Abbassate le armi di fronte ad una nomina che nel Centrosinistra europeo è vista come il cavallo di Troia per l’ingresso della destra in maggioranza.
Sbloccando il gioco dei veti incrociati, Sanchez ha centrato il suo obiettivo: Teresa Ribera sarà una dei 6 vice di Ursula. Ha detto il premier spagnolo: ”La UE non può inabissarsi nella instabilità con veti incrociati di corta visione. Per proteggere l’Europa è imprescindibile una commissione e che vada avanti, che non dipenda dalle manovre di Trump e dalla estrema destra”.
Gli incontri di Rio tra Giorgia Meloni , Macron, Scholz e Sanchez sono stati fondamentali. È probabile che l’apertura del Psoe a Fitto possa cambiare la posizione anche del Pd che finora ha sempre detto di essere scettico sull’arrivo di Fitto in commissione. E questo non tanto per il profilo del ministro italiano ma per il ruolo apicale assegnato ad un esponente della destra europea.
È il caso di ricordare che indipendentemente dalla scelta dei socialisti spagnoli, Fitto in ogni caso è sicuro di passare eventualmente al voto segreto. Oltretutto Fitto può contare sulla sponsorizzazione che Mattarella gli ha garantito ricevendolo al Quirinale appena rientrato da Bruxelles.
Il capo dello Stato ha sottolineato ”l’importanza per l’Italia” della sua nomina. Concludendo: a ridosso del giorno del voto sulla intera commissione a Strasburgo, il nodo si è sciolto. Salvo clamorosi colpi di scena dell’ultimo momento, sulla carta onestamente improbabili.