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Ungheria, il Parlamento approva la legge che vieta il Gay Pride. Multe ai partecipanti, gli organizzatori: “Sfileremo lo stesso”

Il Parlamento ungherese ha approvato la legge che vieta il Budapest Pride e consente alle autorità di utilizzare un software di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti. Sulla legge hanno votato a favore i due partiti che formano la coalizione di governo, Fidesz del premier Viktor Orbán, e il Kdnp.

Il provvedimento introduce il reato di organizzazione e partecipazione a eventi che violano la “legge sulla protezione dei minori” che vieta di mostrare ai minori qualsiasi contenuto, nei media e nelle scuole, che ritragga o promuova l’omosessualità o il cambio di sesso. La norma è valsa a Budapest il deferimento davanti alla Corte di giustizia dell’Ue.

Gli organizzatori: “Non ci lasceremo intimidire”

Il provvedimento approvato oggi prevede anche delle multe per organizzatori e partecipanti al Pride fino a 20.000 fiorini ungheresi (circa 500 euro). I soldi andranno a finanziare iniziative “di protezione dell’infanzia”. Durante la sessione parlamentare, dai banchi dell’opposizione sono stati lanciati dei fumogeni.

Già durante l’annuncio dell’approvazione della legge, gli organizzatori della manifestazione avevano fatto sapere che avrebbero continuato a lavorare per organizzare la sfilata prevista per il prossimo 28 giugno e che dovrebbe celebrare il trentesimo anniversario dell’iniziativa. “Non ci lasceremo intimidire” hanno ribadito oggi in un comunicato, in cui hanno aggiunto che “questo è un tentativo di cancellare la nostra esistenza dallo spazio pubblico e di limitare i nostri diritti fondamentali”.

Ad appoggiarli c’è anche il sindaco di Budapest, l’ecologista Gergely Karácsony, che ha detto di sperare di vedere quest’anno un Pride “ancora più grande”. Orbán invece, già a febbraio si era rivolto agli organizzatori nel suo discorso alla nazione consigliando loro di “risparmiare tempo e denaro” e di “lasciar perdere”. Secondo il Governo, una forma possibile per mantenere la sfilata sarebbe soltanto una sorta di corteo “a porte chiuse”, visto che manifestazioni del genere “non saranno più tollerate sulla pubblica via”.

Ungheria, il Parlamento approva la legge che vieta il Gay Pride. Multe ai partecipanti, gli organizzatori: “Sfileremo lo stesso” (nella foto Ansa, il Gay Pride a Budapest) – Blitz Quotidiano

Il giro di vite contro i gay e contro l’ideologia woke

In Ungheria, il giro di vite contro i gay è cominciato nel 2019. In quell’anno è stata cambiata la Costituzione sancendo che il matrimonio è possibile solo tra un uomo e una donna, che la madre è femmina e il padre è maschio, che le coppie omosessuali non hanno il diritto di adottare e che le persone transgender non possono cambiare né nome né genere sui loro documenti di identità. Nel 2021 è poi arrivata una legge simile a quella in vigore in Russia che vieta severamente “promuovere presso i minorenni l’omosessualità o la possibilità di cambiare sesso”.

Ora è arrivato l’attacco finale, ossia il divieto a sfilare per le strade per il Pride che Orbán, in un tweet ha commentato così: “Oggi abbiamo votato per vietare gli incontri che violano le leggi sulla tutela dei minori. In Ungheria, il diritto di un bambino a uno sviluppo fisico, mentale, intellettuale e morale sano viene prima di tutto. Non lasceremo che l’ideologia woke metta in pericolo i nostri figli”.

Unione Europea: “L’Ungheria rispetti la libertà di manifestare”

Una portavoce della Commissione europea, nella giornata di ieri aveva detto: “Dobbiamo studiare la proposta” di legge contro il Gay Pride ungherese “in dettaglio. In generale, la libertà di organizzare dimostrazioni e manifestazioni spetta agli Stati membri, ma ovviamente deve essere prima di tutto in linea con la Carta dei diritti fondamentali e con la libertà di espressione e di riunione pacifica”.

Un altro portavoce aveva aggiunto: “È estremamente importante combattere ogni discriminazione basata sull’orientamento sessuale”. Il portavoce aveva ricordato che “per quanto riguarda l’Ungheria, alcuni fondi sono bloccati, fondi di coesione e altri fondi per i quali stiamo aspettando l’approccio giusto e per garantire che l’Ungheria sia in linea con gli obblighi che ci sono qui su questo fronte”.

Published by
Lorenzo Briotti