
Virginia Raggi: "Il Pd è ambiguo sulle armi. La Meloni non ha rispetto per il popolo" (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Intervistata dal Fatto Quotidiano, Virginia Raggi, ex sindaca di Roma e attuale consigliera capitolina del M5S, parla del futuro del suo partito: “Se il Movimento ora appare in salute è perché è tornato a parlare dei temi, cioè dei problemi della gente”. Secondo l’ex prima cittadina della Capitale, le alleanze con altri partiti devono basarsi su punti in comune chiari, che possano poi tradursi in azione politica concreta.
“I sondaggi dicono che siamo in salute”, afferma, anche se la cancellazione del ruolo di garante di Beppe Grillo è stata “un grande peccato”. Per quanto riguarda i rapporti interni al Movimento, dichiara che con Giuseppe Conte “sono buoni”. Sul possibile ritorno di Alessandro Di Battista, non ha dubbi: “Sarebbe un valore aggiunto: per portare avanti le nostre idee servono i migliori, e lui è tra questi”.
Il no alle armi in Ucraina e le critiche al PD
“Il M5S si oppone all’invio di armi in Ucraina senza se e senza ma. Schlein deve avere più coraggio. E il fatto che il Pd sia ambiguo sul tema e che si sia spaccato in Europa la dice lunga sulla distanza con noi”. Sul fronte della legge elettorale, Raggi sottolinea che “una legge elettorale non è per forza immutabile. Per noi 5 Stelle le preferenze sono sempre state un punto fermo”.

Rapporti con Gualtieri e la questione della piazza per l’Europa
A proposito del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha annunciato la sua ricandidatura, la Raggi critica la gestione della piazza per l’Europa, costata 350mila euro ai cittadini romani: “La vicenda della piazza per l’Europa pagata con 350mila euro dei cittadini romani, senza un atto di giunta che riconoscesse l’interesse pubblico, non è di certo il miglior viatico per discutere. Anche noi presenteremo un esposto alla Corte dei Conti. Sarà la magistratura a esprimersi, ma questa storia è un problema politico”.
Le critiche a Meloni e il ruolo del M5S
“Meloni? Lei e i suoi in campagna elettorale si erano presentati come gli anti-sistema. Una volta eletti, sono diventati il sistema, ossia il governo delle élite. Hanno accusato noi 5 Stelle di essere populisti, ma io non la ritengo una brutta parola. Sono loro a non avere rispetto del popolo e degli ultimi”.