
Von der Leyen sfida Trump sui dazi: "La Ue non vuole lo scontro, ma pronti a vendicarci se necessario" (foto ANSA) - Blitz quotidiano
“Non è l’Europa ad aver avviato noi questo scontro, pensiamo sia sbagliato e siamo pronti a negoziare. Ma abbiamo un piano di rappresaglia e siamo pronti a utilizzarlo se sarà necessario”. Con queste parole, Ursula von der Leyen ha lanciato un messaggio forte e chiaro all’amministrazione Trump, intervenendo stamattina al Parlamento europeo. La presidente della Commissione ha evitato di soffermarsi sul Consiglio europeo del 20 marzo, delegando il compito ad Antonio Costa, e si è concentrata sulla questione più urgente: l’entrata in vigore dei dazi statunitensi.
Da domani, 2 aprile, gli Usa applicheranno tariffe del 25% su alluminio, acciaio, auto e componenti, seguite da ulteriori misure su semiconduttori, farmaci e legname. “Seguiranno quelli su semiconduttori, prodotti farmaceutici e legname. E domani ci aspettiamo un altro annuncio di tariffe reciproche su tutti i prodotti e molti Paesi”, ha dichiarato von der Leyen, criticando la scelta di Trump: “Le tariffe sono tasse che saranno pagate dalle persone, dagli stessi americani. Distruggeranno posti di lavoro, faranno crescere i costi per le aziende americane e l’inflazione”, ha aggiunto, sottolineando che tali misure creeranno solo burocrazia e inefficienza.
Ultima chance per il negoziato, ma l’Ue è pronta a reagire
Cosa farà l’Unione Europea ora che le tariffe statunitensi diventeranno realtà? Dopo un acceso dibattito interno, la strategia dei 27 è chiara: dare ancora una possibilità ai negoziati, cercando un compromesso. Tuttavia, von der Leyen ha ribadito che, in caso di fallimento, l’Ue reagirà con contromisure mirate. Il leader del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, ha già indicato la direzione: “Se Trump si concentra sui beni europei, noi dovremmo concentrarci di più sui servizi americani. I giganti digitali pagano poco le nostre infrastrutture digitali”. Questo suggerisce che le Big Tech potrebbero diventare il bersaglio principale della ritorsione europea. Ma l’Ue non intende solo rispondere: vuole dimostrare di aver imparato la lezione, rafforzando il mercato interno per ridurre le barriere commerciali, come sottolineato recentemente anche da Mario Draghi.

Nuovi partner commerciali per ridurre la dipendenza dagli Usa
Parallelamente alla difesa dei propri interessi, Bruxelles guarda altrove per diversificare i suoi rapporti commerciali. Accordi con il Sud America (Mercosur), l’India, l’Indonesia e la Thailandia sono già in fase avanzata, mentre questa settimana un vertice a Samarcanda rafforzerà i legami con l’Asia centrale. Curiosamente assente dai discorsi ufficiali è la Cina, sebbene il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, abbia visitato Pechino subito dopo il suo tentativo fallito di dissuadere Washington dai dazi. L’Ue potrebbe giocare proprio la carta cinese per aumentare la pressione sugli Stati Uniti? La risposta non tarderà ad arrivare.