Voto bis in casa M5S: urne aperte fino alle 22 di domenica 8 dicembre. La sfida con Grillo continua. Tra i quesiti sottoposti agli iscritti c’è di nuovo “l’eliminazione della figura del garante”. E ci sono tutti i punti messi in discussione all’Assemblea Costituente che si è svolta la settimana scorsa all’Eur di Roma.
Giuseppe Conte si mostra fiducioso, sempre più convinto che la comunità lo seguirà. E l’ha spiegata così: “La questione è politica. Ed è semplice. Da un lato c’è il passato e dall’altro c’è il futuro. Il progetto originario, cui ci si richiama polemicamente, non c’è più da tempo.
I valori, quelli sì, sono vivi, a partire dalla difesa della legalità e dell’intransigenza morale. Grillo? Il mito si è ampiamente consumato. L’indicatore è proprio il voto degli iscritti alla sua defenestrazione. Quanto al simbolo, è impossibile togliercelo, perché è il simbolo del Movimento Cinque Stelle. Il rischio non c’è”.
Il leader del Movimento è talmente certo del risultato delle urne che già guarda alla futura linea del partito. E la linea è già tracciata. Giovedì a Chianciano e venerdì a Roma (a margine dell’incontro con i lavoratori del CNR che da una settimana occupano la sede dell’ente) è stato tranciante e ha gelato Elly Schlein.
Alla segreteria dem ha mandato a dire che il Movimento si è blindato in una “identità progressista ma anche indipendente”, un Movimento che può “confrontarsi con tutti mantenendo la propria identità”.
E poi ha aggiunto: “Saremo più radicali del passato, non ci piegheremo alle industrie delle armi, alle banche; e in questo siamo disponibili a dialogare con chiunque del campo progressista. Noi vogliamo costruire un’alternativa alle destre di governo”.
Rivolta nel Pd dopo le parole di Conte, che si era detto “non di sinistra ma progressista, perché quelli di sinistra votano la Commissione Ursula, noi no. Quelli di sinistra mandano le armi ad oltranza in Ucraina favorendo l’escalation, noi no. Queste cose il Pd le ha votate assieme a Giorgia Meloni, per questo ci definiamo progressisti indipendenti”.
Apriti cielo! I riformisti dem sono insorti. Anche Bonaccini e, soprattutto, Giorgio Gori (entrambi europarlamentari) hanno picchiato duro:
“Sei tanto originale da coincidere esattamente con le posizioni di Orban, Salvini e Le Pen”.
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