17 novembre, la festa del gatto nero. Per sfidare la superstizione

gatto nero
Il 17 novembre, la giornata del gatto nero

ROMA – Scacciati, uccisi, torturati nella notte di Halloween: tutto per uno sciocco mito. Oggi è il giorno scel­to dall’Aidaa (Associazione Di­ritti Animali e Ambiente) per fe­steggiare il gat­to nero. Per sfidare la superstizione.

Scrive Oscar Grazioli sul Giornale:

“Quella che resiste invece è la supersti­zione nei con­fronti del gat­to nero. In un popolo che legge avidamente l’oroscopo per sapere come andrà la gior­nata, il gatto nero è guardato con molto sospetto se non con decisa avversione e talvolta con reale terrore. Ma da dove viene, questa triste fama che si porta dietro l’animale domestico for­se più amato del mondo, solo per essere nato con il mantello nero? Che il gatto nero porti sfi­ga se ti attraversa la strada, deri­va probabilmente dai tempi in cui si utilizzavano le carrozze e l’illuminazione per le strade era scarsa.

I gatti neri di notte non si vedevano e se un gatto fi­niva sotto le ruote di una carroz­za, poteva provocare un inci­dente in quanto i cavalli si spa­ventavano e si imbizzarrivano. Un altro motivo riguarda i pirati turchi (la Turchia è storicamen­te paese­molto ricco di gatti pro­venienti dall’Asia) che usavano portare a bordo delle navi gatti neri per cacciare i topi, pensan­do ch­e i roditori avessero più dif­ficoltà a vederli nel buio.

Quan­do sbarcavano in una città per saccheggiarla, anche i gatti scendevano dalla nave e così ve­dere in giro un gatto nero diven­ne presagio di sventura. Il gatto, di qualunque colore, è stato venerato da tantissime civiltà, la più famosa di certo quella egi­zia in cui il felino era rappresen­tato da una dea (Ba­stet). La leg­ge proteg­geva i gatti e chi solo attentava alla loro vi­ta, era punibile con la morte.

Il periodo di gran lunga più buio per il gatto, specialmente se ne­ro con gli occhi gialli, inizia nel Medioevo, quando il Cristiane­simo si contrappone duramen­te alle religioni pagane. I gatti neri seguono, di pari passo, il destino delle streghe, cui si rite­neva i felini fossero indissolu­bilmente legati. Papa Gregorio IX, con la bolla Vox in Rama, condanna il gatto nero quale in­carnazione di Satana e ne pre­tende lo sterminio (assieme al­le loro padrone). Innocenzo VI­II scomunica tutti i gatti e le sue misure vengono incorporate nel Malleus Maleficarum (Il Martello delle Streghe), il libro usato dalla Santa Inquisizione per scovare eretici e streghe da bruciare sul rogo (…).

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