Adolf Hitler, casa in Austria: proprietaria non vende, sarà espropriata

Adolf Hitler, casa in Austria: proprietaria non vende, sarà espropriata
La casa dove nacque Adolf Hitler

ROMA – Il governo austriaco vuole evitare che la casa dove nacque nel 1889 Adolf Hitler, a Braunau am Inn, diventi un’attrazione per nostalgici. Ma i proprietari non lo vendono. La proprietaria dell’edificio, che rifiuta ogni collaborazione con le autorità, si è vista recapitare dall’efficiente posta della repubblica alpina un ultimatum: o vende la casa al governo, a un prezzo propostole e tenuto segreto, oppure le sarà espropriata.

Come riporta Andrea Tarquini su La Repubblica,

già dal 1972, in realtà, lo Stato austriaco è intervenuto nel controllo e destino dell’edificio: paga a Frau Gerlinde circa 5000 euro mensili, in cambio dell’impegno stabilito da una legge, a lasciar utilizzare la palazzina solo da associazioni educative, di assistenza sociali o della efficiente ma pletorica burocrazia pubblica.

Per qualche anno si era sperato di aver trovato una soluzione per “la casa più imbarazzante del mondo”. Poveri cittadini di Braunau, il pianeta intero conosce la loro città natale solo perché quel giorno lontano del 1889 Klara, moglie del doganiere Alois Hitler, dette i natali al piccolo Adolf. Inutile spiegare a visitatori o a conoscenti d’ogni paese che gli Hitler vissero là pochissimo, e presto traslocarono altrove.

Centri sociali, uso umanitario? Nulla da fare, perché Frau Gerlinde, la proprietaria della casa, non ha mai accettato di collaborare. Ha violato anche la legge, quella del ‘72 appunto, che la impegnava a restauri per salvare la casa del degrado, per cui un’associazione di assistenza ai disabili ha dovuto traslocare: troppa muffa e umidità. E non è finita: Gerlinde, che parla solo per bocca del suo legale — per il suo silenzio qualcuno sospetta persino che sia morta — ha vietato alle autorità di porre sul frontale della casa una lapide della Memoria, che ricordasse gli orrori inflitti al mondo da quel neonato del 1889. Povero governo austriaco, la lapide è stata messa in strada poco lontano. «Per la pace, la libertà e la democrazia, mai più fascismo, milioni di morti ci ammoniscono», dice l’iscrizione.

Alla fine, il governo di Grosse Koalition (cancelliere socialista, vice democristiano) ne ha avuto abbastanza. La minaccia di esproprio è stata recapitata. Sta per ricorrere il settantesimo anniversario della disfatta del “Reich millenario” e della fine della seconda guerra mondiale, meglio non sottovalutare il rischio di pellegrinaggi o adunate di nostalgici (…)

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