Alessandro Sallusti non conosce le mezze misure e passa a massaggiare Angelino Alfano come un comunista qualunque, fin dal titolo del suo commento sul Giornale di Berlusconi alla scissione del Pdl guidata dallo stesso Alfano, il segretario che sembrava, secondo Berlusconi, di non avere il quid.
Il tono lo dà il titolo:
“Il tradimento è servito. Alfano passa a sinistra”.
Segue la giusta dose di insulti:
“Alfano ha gettato il giaccone blu e ha indossato il loden, che dal tempo di Monti è divisa di ordinanza dell’antiberlusconismo, capo senza il quale non si è ammessi nei palazzi che contano, nei salotti buoni della finanza, della borghesia chic, nelle sacrestie.
L’ex delfino ha reso ufficiale il tradimento. Insieme ai suoi ministri e a qualche senatore e deputato lascia Forza Italia per fondare, in compagnia di qualche altro disperato della politica (Casini? Mauro?), un nuovo partito sul modello di Gianfranco Fini. A nulla è valso l’ultimo appello di Berlusconi per l’unità. Evidentemente, da buon doppiogiochista, aveva già giurato, e non da ieri, fedeltà ad altri.
Hanno preso i voti degli italiani con la menzogna e l’imbroglio per consegnarli al nemico statalista, alle banche, alle procure, agli euroburocrati. Pazienza. Anzi. Meglio così. Da oggi Forza Italia è più libera, indebolita in Parlamento, ma sicuramente più forte tra la sua gente. E siccome prima o poi (scommetto più prima) si tornerà a votare, la verità verrà a galla. Perché un conto è fare le rivoluzioni a tavolino tradendo partito ed elettori, altro è chiedere al popolo il mandato a rivoluzionare lo Stato. E nelle urne è certo che questa combriccola farà la fine di altri imbroglioni, vedi Fini, vedi Monti e la sua promessa il giorno dell’insediamento: non scenderò mai in campo come soggetto politico.
Anche se fossi in Letta non stapperei champagne. Primo perché imbarcare traditori porta sfiga, secondo perché chi tradisce una volta tradirà sempre, terzo perché il suo governo è più di là che di qua già per gli affari suoi (caso Cancellieri e bocciatura europea della manovra). Anche il vecchio Napolitano non lo vedo bene. Dopo le sòle Monti e larghe intese, ora ci rifila quella Alfano.
Le prova tutte per liberarsi di noi e consegnare il Paese ai suoi vecchi compagni comunisti. Ha avvelenato i pozzi, pensa di essere il più furbo di tutti. Ma in vita non ne ha mai azzeccata una (arrivò persino ad applaudire l’invasione sovietica dell’Ungheria e gli eccidi che ne seguirono). E questa operazione, che porta la sua firma, sarà l’ennesima patacca che si porterà nella tomba”.