Alitalia, 2300 esuberi nel nuovo piano. I sindacati: “Tsunami occupazionale”

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ROMA –  2.300 esuberi, tanti ne prevede il nuovo piano di Alitalia: cassa integrazione (a zero ore e a rotazione, senza spiegare però a chi tocca cosa) per 1445 dipendenti del personale di terra e contratti di solidarietà per 870 risorse del personale navigante.

E il numero, secondo i sindacati, è destinato a salire. “Vanno contati però anche i 700 dipendenti a cui scade la cig tra un anno — aggiunge Antonio Amoroso della Cub Trasporti —. Ma sono inaccettabili di base i criteri con cui Alitalia indica i lavoratori da tagliare, non in base a carichi familiari o parametri sociali ma alla dura e fredda esigenza produttiva”.

Di “tsunami occupazionale” parla il segretario della Cisl di Roma e Lazio Mario Bertone: “Il territorio, attraversato da una crisi economica e sociale senza precedenti, non può davvero sopportarlo”.

Tuttavia, come spiega Repubblica, “la richiesta di ammortizzatori è stata già depositata al ministero del Lavoro. E riguarderebbe, nel dettaglio, 280 piloti, 350 assistenti di volo, 190 addetti alla manutenzione, 480 assistenti di terra e la bellezza di 600 ammini-strativi. Circa l’80% dei quali residenti a Roma e provincia”.

“Questi sono lavoratori che non vogliono rivivere l’incubo del 2009, tutto quello che accadde con il passaggio alla Cai. Un trauma che non è stato ancora superato” dice  Emanuele Fiorentino, del coordinamento nazionale del Trasporto aereo della Fit Cisl.

Poi c’è l’accordo sulla cessione del Ced della Magliana, il Centro Elaborazione Dati del vettore alle Poste italiane. Il Ced è la “punta di diamante di tecnologia informatica su cui si basa l’intero sistema di ticketing della compagnia, ovvero le prenotazioni e l’acquisto dei biglietti in tutto il mondo”.

Scrive Valeria Costantini del Corriere della Sera:

 Dei tremila metri quadrati di super-computer e personale resterebbe poco: macchine in viaggio per sedi postali e circa 300 lavoratori che, per essere assunti da Poste, dovrebbero licenziarsi da Alitalia e rinunciare ad anzianità e contributi. «Senza citare i tagli anche per i settori di manutenzione di Fiumicino, lo scenario non positivo, sono sempre i lavoratori a pagare il fallimento Alitalia», ricorda ancora Amoroso.

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