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Amt Genova e municipalizzate? Nessun onesto ha interesse a comprarle

di admin |6 Marzo 2015 12:20

Amt Genova e municipalizzate? Nessun onesto ha interesse a comprarle (LaPresse)

ROMA – “Non esistono dei compratori perbene per aziende come la municipalizzata dei trasporti di Genova. I sindacati sono contenti, il conto va ai cittadini” spiega Riccardo Ruggeri nel suo “Cameo” su Italia Oggi.

La situazione presa in esame è quella della privatizzazione dell’Amt di Genova, al centro di proteste e scioperi che hanno paralizzato la città e hanno guadagnato le prime pagine dei giornali nazionali.

“Ci sono dei temi della politica che sono assimilabili a quegli uragani atlantici che nell’oceano si caricano di mostruose energie poi, quando toccano il suolo americano, prima distruggono la costa, quindi perdono progressivamente forza e diventano, dopo qualche centinaio di chilometri, banali acquazzoni. È il caso delle ricorrenti ipotesi di privatizzare le municipalizzate. Le grandi e medie città italiane da anni sono governate dalla Sinistra, da curiosi personaggi (già magistrati, avvocati, accademici, politici trombati, generici personaggi della società civile) che una breve campagna elettorale trasforma in sindaci: nessuno che abbia, non dico la competenza, ma almeno i fondamentali per gestire una complessa macchina burocratico amministrativa, come quella dei Comuni, e guidare, col modello di governance delle «Holding di Partecipazione», le società municipalizzate.

Il caso Amt-Genova è esemplare. Il sindaco porta un nome (Doria) di caratura mondiale, ha un curriculum esemplare: intellettuale, vendoliano, molto stimato da don Gallo. L’Amt appartiene di diritto a quel 40% di aziende municipalizzate (Tpl) che secondo il sottosegretario Erasmo D’Angelis sono fallite, e guida con altre quell’armata di aziende di trasporto pubblico locale i cui costi sono del 30-50% superiori a quelle degli altri paesi europei. Specie per il costo del lavoro, non come salari, ma come eccesso di organici e come organizzazione del lavoro (di folle rigidità). Il sindaco e la giunta avevano ipotizzato una privatizzazione parziale di Amt. Come prevedibile, i sindacati si sono scatenati, i dipendenti, malgrado la precettazione del prefetto, hanno proseguito nello sciopero, violando le più elementari regole del vivere civile, nel silenzio delle istituzioni.

Renzi, che era atteso per un comizio, non si è fatto vedere, i cittadini si sono schierati con i lavoratori nel timore che il «privato» aumentasse il prezzo del biglietto, senza capire che le «perdite» di bilancio le pagheranno loro con l’aumento delle tasse locali. In una notte, discostandosi da secoli di coraggio dei suoi avi, il sindaco Doria si è rimangiato tutto, così il presidente della Regione, Burlando, e hanno promesso che faranno la più oscena delle azioni: la ripatrimonializzazione. Finish. A Torino sta iniziando un processo simile: Fassino vuole vendere il 49% di GTT, i sindacati già fremono”.

Secondo Ruggeri non c’è un compratore perbene per le municipalizzate come l’Amt, perché non c’è nessuna convenienza economica a strapagare un carrozzone pieno di debiti:

“Per un liberale, quello di Genova è un caso politicamente osceno ma, come uomo di mondo, mi faccio una domanda. Pronunciando la parola «liberalizzazione» e «cessione di municipalizzate», questi sindaci dai nomi prestigiosi si fanno tacchini, senza però chiedersi: «Esiste un compratore privato (perbene) per un’azienda come questa»? Pare che metà dei passeggeri viaggino a sbafo, a detta dei lavoratori i mezzi sono vetusti e dovrebbero essere tutti sostituiti, le manutenzioni hanno costi folli, il personale è anziano e comunque con alti tassi di assenteismo, e così via. Ripeto, se hai dei quattrini perché dovresti comprare una municipalizzata? Ricordo che Telecom, per liberarsi di La 7, non solo l’ha regalata a Cairo, ma ha aggiunto un centinaio di milioni sull’unghia. Sarebbe interessante leggere l’accordo, con le clausole accessorie, per la cessione dell’Inter a Thohir, e quanto ha incassato cash Moratti.

Per gioco, ipotizziamo che un tale abbia 100 milioni da investire. Costui, non essendo uno speculatore, vuole rischi tendenti a zero, accontentandosi di difendere il patrimonio. Ne investe 80 in bond di fondi sovrani e bond tripla «A» e 20 in azioni di primarie aziende, meglio se svizzere e statunitensi. Consuntiva così un reddito annuo, post tasse, del 2- 3%. Se investi su business a rischio, devi ottenere rendimenti almeno del 6-8% netti. Quindi perché una persona perbene, non disponibile a fare nulla se non nel più assoluto rispetto della legge, terrorizzato di essere intercettato, di ricevere avvisi di garanzia, atterrito di finire nel circuito mediatico-giudiziario italiano, dovrebbe investire quattrini e tempo, assumendosi le responsabilità di manager-imprenditore per acquistare Amt di Genova e gestirla? Lo confesso, sentire parlare di privatizzare, nel conteso dato, di aziende municipalizzate, mentre il cadavere Alitalia è ancora caldo, lo trovo imbarazzante, sia per chi lo propone sia per chi lo contesta: si dibatte del nulla. Non esistono compratori perbene per queste aziende”.

Alla fine a pagare sono i cittadini. Ma sono contenti così:

E allora? I genovesi si tengano Amt e il loro sindaco Doria, i torinesi si tengano Gtt e il loro sindaco Fassino, e vivano felici e contenti. Sappiano i cittadini che ogni anno copriranno le perdite di Amt e similari con le tasse locali, poi come italiani ricopriranno le perdite dei Comuni con le tasse statali: così il ciclo dissoluto creato da sindaci-sindacati-cittadini si chiude, con perdite clamorose per il Paese”.

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