Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano: “Quelli che… Arbitro non conti un c…”

Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano: "Quelli che... Arbitro non conti un c..."
Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano: “Quelli che… Arbitro non conti un c…”

ROMA – ” Al di là della portata comica del suo sfogo – scrive Andrea Scanzi per il Fatto Quotidiano – che sta furoreggiando in Rete quasi come gli sfoghi di Malesani in Grecia, il tema è calcisticamente di grande attualità: fin dove può spingersi la protesta?”

Jürgen Klopp e Vincenzo Montella gli ultimi casi, ma nel campionato italiano la galleria (degli orrori o no) è ben documentata negli anni:

Per quegli strani casi della vita, si è dimenticato di condannare anche la perdurante assenza di fair play della sua squadra, dal lampione flebile di Marsiglia al menefreghismo riservato al fratturato Larrondo. La spiegazione più facile è quella dei due pesi e delle due misure: i più forti si salvano e i più deboli no. Nello specifico, il barracuda Balotelli mangia il pesciolino Pizarro. Ma è una mezza verità, o comunque una semplificazione, perché lunedì sera il cartellino rosso non è stato sventolato a Lucarelli (non proprio Messi) che per giunta gioca nel Parma (non proprio il Barcellona). Dopo essere stato giustamente ammonito, il difensore parmense ha protestato con particolare veemenza contro l’arbitro Guida. Generoso di esternazioni, non si è fatto mancare nemmeno un vibrante bestemmione. SE PIZARRO meritava il rosso, Lucarelli rischiava l’ergastolo. Macché: niente secondo cartellino, nonostante l’aggravante di Cassano, che nel frattempo era arrivato per “difendere” il compagno e ricordare al direttore di gara che “tu non lo devi toccare”. Sì, perché Guida, tra il rosso e il finger nulla, aveva scelto teatralmente la terza strada: quella della sfida all’Ok Corral, o anche solo al Tardini. Si è avvicinato a Lucarelli e gli ha gridato di calmarsi, quasi toccandolo con la bocca, in un curioso remake timido de I segreti di Brokeback Mountain. In tema di protesta non si è mai capito quale sia la prassi da seguire. Il regolamento punirebbe col rosso qualsiasi parolaccia gridata ad arbitro o avversario, ma se fosse così il primo Totti e tutto Materazzi non avrebbero finito mezza partita. Si è quindi deciso di non decidere, fingendo di non sentire e ritenendo normale lo scazzo, fatti salvi casi estremi come quello del tecnico del Borussia Dortmund. Montella ha messo il dito in una piaga antica, che nessuno neanche prova a curare. I cartellini, più che dalla gravità della protesta, dipendono dall’umore dell’arbitro: un giorno ti va bene, quello dopo paghi per tutti. Il caos totale, e pure disorganizzato.

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