Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano: “Vito Crimi, calimero kamikaze, Fantozzi. Un disastro”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Ottobre 2013 - 14:42 OLTRE 6 MESI FA
Vito Crimi

Vito Crimi

ROMA – Vito Crimi è un calimero, un “calimero kamikaze che non ne azzecca una” scrive Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano (6 ottobre 2013). In sintesi, “un disastro” ma in buona fede.  Il Fantozzi, o forse il ragioner Filini, dei 5 Stelle.

Ecco l’articolo:

Vito Crimi, 41 anni da Palermo, è l’eterno Calimero. La gaffe di due giorni fa è solo l’ultima (per ora) di una serie più infinita che lunga. Infierire sarebbe inutile: ci pensa già Vito da solo. Si è adoperato più lui contro i 5 Stelle che Zucconi in tutta la sua produzione. Catapultato in una realtà troppo più grande di lui, il suo movimento – si presume sotto effetti pesantemente allucinogeni – lo scelse come primo portavoce al Senato. Un ruolo chiave, che Crimi interpretò come un infaticabile kamikaze di se stesso. Accanto a Roberta Lombardi fungeva da poliziotto buono. Quello che, durante uno streaming che in pochi minuti fece perdere centinaia di migliaia di voti al M 5 S, di fronte a Bersani sembrava quasi mostrare pietà per quel signore attempato che era appena riuscito a sbagliare tutto. Chissà, forse ci si rivedeva. La Lombardi incarnava l’arroganza compiaciuta, Crimi rappresentava il mediano che voleva essere fantasista. O anche solo il gregario ispiratamente votato alla causa.

Se Roberta pareva esaltarsi di fronte alle critiche, Vito ha sempre sofferto per gli attacchi. Nessuno può discuterne la buona fede, che nella politica è già più di tanto. E così l’onestà. Vale, per lui, l’immagine del “bravo ragazzo che si impegna tanto”, perifrasi con cui gli insegnanti provano a camuffare ai genitori il rendimento non proprio indimenticabile dei figli. Ha fatto buone cose, per esempio il rilancio della proposta Parlamento Pulito. Fedelissimo di Grillo e Casaleggio, è l’Orso Yoghi del massimalismo grillino. Quando lo intervistano, per un po ’ ripete frasi fatte e poi comincia a balbettare, come da Lucia Annunziata a RaiTre. Quando qualche giornalista lo critica, mette il broncio e lo accusa piccato di “non essere informato”.

DOPO avere incontrato Napolitano, raccontò ai compagni che Grillo era addirittura riuscito a tenerlo sveglio, “eh eh eh”. Tra una epurazione minacciata e un’altra eseguita, ordinava ai fedelissimi (sì e no tre persone) di non credereallesirenedeiFloresd’Arcais. Venerdì, in uno dei giorni più attesi della Seconda Repubblica, ha onorato il suo ruolo istituzionale con battute grevi su Facebook dedicate al prolasso delle pareti intestinali berlusconiane. Ovviamente ha sbagliato tempi e modi, attaccando il Caimano sull’unica cosa per cui non dovrebbe essere attaccato: la vecchiaia. Oltretutto la “battuta”, pietosa, non era neanche sua ma di un’attivista. Nuovamente indifendibile, ha ricevuto giusto la solidarietà di Serenella Fucksia, un’altra che quando c’è da sbagliare non marca mai visita. Lo hanno mandato in conferenza stampa ordinandogli di leggere un comunicato e fuggire via, terrorizzati che inanellasse un’altra perla tafazzesca.

Ha parlato di un attacco infame, e non si è accorto che il mandante era lui. Dopo l’errore, ha pure provato a scaricare le colpe sul collaboratore. La stessa mossa della Gelmini dopo il tunnel dei neutrini e di Boccia dopo gli F-35 “umanitari”. La toppa peggio del buco. La Rete, che Crimi idolatra ma di cui non ha ancora capito quasi nulla, lo ha di nuovo ridicolizzato, ricordandogli che forse era meglio quando si perdeva per andare in Giunta e non faceva in tempo a votare. Ogni mattina Vito si sveglia e sa che deve farsi male da solo: ci riesce, sempre, ostaggio di un masochismo teneramente bulimico. Un giorno si addormenta in aula, o così sembrò, e quello dopo si scava una buca perfino più profonda di quella precedente. Chi gli è succeduto, prima Morra e poi Taverna, ha fatto molto meglio di lui. Ha sbagliato così tanto che ormai viene voglia di difenderlo. Sia perché i suoi errori sono molto più lievi di quelli di Pd e Pdl (ma su di lui è più facile infierire, e i giornalisti “equidistanti” lo sanno bene), sia perché suscita tenerezza. Parafrasando Altan, il giorno in cui Crimi scoprirà il mandante dellecazzate che fa, sarà sempre troppo tardi.