ROMA – Anna Maria Cancellieri, ministro della Giustizia, starebbe pensando alle dimissioni, anche se per Letta “il caso è chiuso”. Secondo Wanda Marra del Fatto “Anna Maria Cancellieri in Parlamento il 5 novembre non ha raccontato tutto. C’è una nuova telefonata tra lei e Antonino Ligresti, della quale parla ieri Repubblica e della quale il ministro non ha fatto cenno nel suo discorso alle Camere. Poche ore prima dell’interrogatorio dello scorso agosto, con i pm torinesi che indagano sul caso Fonsai, il ministro della Giustizia sarebbe rimasta sette minuti e mezzo al telefono con il fratello di Salvatore, all’epoca da un mese agli arresti domiciliari. Ci sarebbero anche “numerose telefonate” tra Sebastiano Peluso, il marito della Cancellieri e i familiari di Salvatore Ligresti. Nuovi elementi che rendono la posizione del ministro sempre più delicata. Anche chi si è esposto contro le sue dimissioni, a partire dal Pd, può continuare a farlo? Dal Nazareno trapelano preoccupazione, cautela e imbarazzo. Silenzio da parte del governo. E silenzio, almeno ufficialmente, anche da parte del ministro. La situazione è complicata e destinata a surriscaldarsi. Mercoledì a Montecitorio è calendarizzata la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle, nei confronti guardasigilli, accusata di favoritismi per Giulia Ligresti, arrestata e scarcerata perché affetta da anoressia. Dopo gli applausi tributati al ministro in occasione della sua relazione in Parlamento, la vicenda sembrava di quelle destinate ad esaurirsi, con un prevedibile voto contrario e lunga vita al governo Letta”.
“Le nuove rivelazioni – continua Marra – arrivano però dopo un dato politico non secondario. Matteo Renzi ha scelto la scorsa settimana la platea di Servizio pubblico per dire che la Cancellieri si sarebbe dovuta dimettere e Epifani avrebbe fatto bene a non difenderla.Un intervento che in quel momento sembrava fuori tempo massimo. Invece non è così. Spiega la deputata fedelissima Maria Elena Boschi: “Matteo sapeva benissimo che ci sarebbe stata la mozione. Adesso discuteremo nel gruppo e poi decideremo. Io l’ho già detto che al posto della Cancellieri mi sarei dimessa, ma come ha detto Renzi, discuteremo e poi seguiremo la volontà del gruppo”. E dunque, il candidato segretario sfrutterà questa occasione per mettere il premier al-l’angolo? Le dimissioni della Cancellieri sono un colpo che il governo delle larghe intese potrebbe non essere in grado di reggere. Anche perché si tratta di un ministro scelto direttamente da Napolitano. Però ieri le voci si sono rincorse per tutta la giornata. Prima di tutto si raccontava di uno sfogo dello stesso guardasigilli: “Non ne posso più, mi hanno preso di mira”. E se si dimettesse lei prima di mercoledì? Da Letta pare che ieri non sia arrivata nessuna sollecitazione diversa da quelle delle scorse settimane. Però il tam tam delle voci raccontava pure che è in corso la ricerca di un eventuale sostituto. Ricerca difficile. E dunque, mettere in discussione lei potrebbe voler dire mettere in discussione il governo intero. A parte Grillo e i Cinque Stelle che le dimissioni le chiedono e insistono, l’unico che si esprime senza se e senza ma è Pippo Civati“.
La telefonata che la mette nei guai
Durata: sette minuti e mezzo. Non può essere certo un sms. È una lunga chiacchierata con il fratello del finanziere arrestato, proprio il giorno prima della visita al ministro, già programmata, dei pm di Torino, che le chiedono conto dei suoi contatti precedenti con la famiglia Ligresti. A verbale, Cancellieri il 22 agosto dichiara di aver chiamato una volta la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, il giorno degli arresti. Era il 17 luglio, quando le figlie Jonella e Giulia vengono rinchiuse in carcere e il padre posto agli arresti domiciliari. È la telefonata, intercettata, in cui il ministro dice all’amica: “Non è giusto, non è giusto”. E poi si mette a disposizione: “Comunque guarda: qualsiasi cosa io possa fare, conta su di me”. Spiega a verbale il ministro: “Ho ritenuto, in concomitanza dell’arresto dell’ingegnere e delle figlie, di farle una telefonata di solidarietà sotto l’aspetto umano”. Poi racconta un contatto con Antonino avvenuto un mese dopo, il 19 agosto: “Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che conosco da molti anni. Mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia (…). Ho sensibilizzato i due vicecapi del Dap (il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria). (…) Si è trattato di un trattamento umanitario assolutamente doveroso, in considerazione del rischio connesso con la detenzione”.
Altri contatti, il ministro non li racconta. Anzi li nega: “Dopo di allora non l’ho più sentita né ho sentito altri in relazione al caso Ligresti, ad eccezione della telefonata con Antonino Ligresti di cui ho già riferito”. Silenzio sulla chiamata della sera prima, durata sette minuti e mezzo. A fine verbale, aggiunge soltanto: “Ieri sera Antonino Ligresti mi ha inviato un sms chiedendomi se avessi novità e gli ho risposto che avevo effettuato la segnalazione nei termini che ho sopra spiegato, nulla di più”. Ha mentito al pm, ha nascosto un contatto, oppure è stata poco chiara, equivocando (“gli ho risposto…”) tra sms e telefonata? Al quadro già confuso si aggiungono altri elementi. Il primo: sono numerose le telefonate che in quei giorni intercorrono tra il marito del ministro, Sebastiano Peluso, e i famigliari di Salvatore Ligresti. Il secondo: l’ingegnere dichiara al pm milanese Luigi Orsi che nel 2011 si sarebbe dato da fare presso Berlusconi, allora presidente del Consiglio, per far restare a Bologna o comunque in Emilia l’allora commissario prefettizio Cancellieri. I Ligresti e i Peluso-Cancellieri sono da decenni, in fondo, una sola, grande famiglia.
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