Atac beffa, nessun colpevole per la prova audio sparita

Atac beffa, nessun colpevole per la prova audio sparita
Atac beffa, nessun colpevole per la prova audio sparita

ROMA – “Nessun colpevole – scrive Lorenzo De Cicco del Messaggero – La Commissione d’inchiesta dell’Atac che avrebbe dovuto accertare chi ha fatto sparire le registrazioni terra-treni durante lo sciopero del 17 aprile emette un verdetto inaspettato, che di fatto scagiona tutti. L’audio con l’ordine di far evacuare, a metà percorso, i treni partiti regolarmente prima dell’orario dell’agitazione, lasciando migliaia di passeggeri appiedati e inferociti sulle banchine, non è mai stato registrato”.

L’articolo di Lorenzo De Cicco: Non perché qualcuno l’avesse cancellato a posteriori ma perché il macchinario, come aveva anticipato il Messaggero, non era in funzione. Scollegato da molte ora. Come se qualcuno, prevedendo i disordini che si sarebbero potuti creare, avesse deciso che era meglio non lasciare traccia delle comunicazioni tra la Centrale Operativa della Metro A (la cosiddetta “DCT”) e i macchinisti. Non a caso, puntuale, arrivò l’inspiegabile ordine di evacuazione, che tutti gli addetti ai lavori definiscono enormemente sproporzionato rispetto alla circostanza, dato che di norma viene emesso solo in casi di guasto del convoglio o di grave pericolo (incendi, attentati). Tanto che lo stesso assessore ai Trasporti, Guido Improta, all’epoca parlò, ragionevolmente, di un’ipotesi di «sabotaggio» (…)
Ma, guarda caso, proprio questa sostituzione, apparentemente incomprensibile, manderà poi a monte tutta l’inchiesta: «Il fatto che il connettore sia stato sostituito – scrivono i commissari Atac – impedisce qualsiasi verifica oggettiva sulla rottura o sul deterioramento meccanico» del cavo, «o su qualsiasi altra causa che abbia potuto determinare un eventuale falso contatto». Quello che invece non scritto nella relazione, è che la sostituzione impedisce di verificare anche la possibilità che il cavo non avesse nessun problema e che potrebbe essere stato fatto sparire in tutta fretta proprio per questo. Così ora si può parlare anche di un generico «malfunzionamento», di cui però non c’è nessuna prova. E se qualcuno ha staccato e poi riattaccato i cavi, per evitare registrazioni nel giorno dello sciopero, l’ha fatta franca.
Erano 5 i dipendenti messi sotto accusa: Guglielmo Renzi, capo della Metro A, il responsabile dei tecnici delle Telecomunicazioni, un tecnico dello stesso reparto, il capo delle Segnalazioni e il responsabile dei Sistemi di Controllo e circolazione. Tutti ascoltati dalla Commissione d’inchiesta, tutti scagionati. E tirano un sospiro di sollievo anche gli altri lavoratori della Dct della Garbatella, che con facilità avrebbero potuto avere accesso nella stanza dove si trova il registratore Mirra che, scrivono i commissari, «risulta essere stabilmente aperta, con una precaria tutela dell’apparecchiatura» (…).

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