
ROMA – Sono 35mila i correntisti toscani che hanno perso i risparmi di una vita nel commissariamento della Banca Etruria che in una notte ha perso 300 milioni di euro. In media ogni correntista ha perso tra i 15mila e i 20mila euro nell’operazione di bail-in, che secondo la direttiva europea prevede che le perdite delle banche vadano coperte con i capitali degli azionisti e degli obbligazionisti, cioè di coloro che avevano investito i propri risparmi nelle azioni dell’istituto di credito.
Alfredo Faetti sul Tirreno scrive che i correntisti sono disperati, dopo che le perdite dell’istituto di credito sono state coperte dai soldi dei risparmiatori nella nascita della Nuova Banca Etruria con un capitale ricostituito di 442 milioni di euro:
“«Chi glielo dice a mio padre che abbiamo perso tutto?» scrive un uomo in una lettera indirizzata alla Federconsumatori, dove le segnalazioni in questi giorni non si contano. «Non riusciamo a staccarci dal telefono» ammettono dall’associazione. Ma va peggio nelle 84 filiali toscane di Banca Etruria, prese d’assalto dai propri azionisti. Prendiamo ad esempio Venturina, nel Livornese, dove i risparmiatori si sono riversati inferociti agli sportelli, sentendosi rispondere che sì, il loro denaro è sparito. Se ci spostiamo poi a Vitolini, piccola frazione di Vinci, la situazione è ancora più drammatica perché, oltre alle Poste, l’unica banca in paese è l’Etruria. Venerdì 27 è stata invasa dai risparmiatori, che non hanno lesinato anche parole grosse nei confronti della direzione.
Ma come è potuto accadere? Andiamo ad Arezzo, patria natia della banca, dove il caso di una signora è l’esempio calzante. «Ci siamo fidati, Etruria era la nostra banca da trenta anni, avevamo lì il conto corrente, la pensione – racconta la donna – e invece hanno approfittato della nostra fiducia». Lei e suo marito avevano delle obbligazioni ordinarie con un tasso d’interesse del 2 per cento e prima che scadessero, nel 2013, la banca propose di convertirle in obbligazioni subordinate con un tasso al 5 per cento a scadenza nel 2023; poi, a febbraio, quando l’istituto è stato commissariato per tamponare una crisi senza precedenti, la coppia aretina ne chiese il rimborso, sentendosi rispondere picche perché il mercato è rimasto bloccato. Così sono passati i mesi e domenica è arrivato il bail-in.
«Un bagno di sangue» dicono le associazioni in coro: il 60 per cento delle azioni Banca Etruria sono in Toscana, per un equivalente di circa trentamila persone, a cui si aggiungono i cinquemila obbligazionisti. Il calcolo stimato delle perdite nella nostra regione è di 300 milioni, una media di 8.500 euro a risparmiatore che raggiungono secondo le associazioni dei consumatori i 15-20mila euro se si aggiungono gli interessi che ciascuno di loro avrebbe potuto vantare”.
Federconsumatori è intervenuta sul caso e ha fatto sapere che sta verificando se ci siano margini per un esposto in procura:
“«Verifichiamo se ci sono i margini per l’intervento dei magistrati – dicono da Federconsumatori – stiamo raccogliendo dati per un esposto in procura. E bisogna capire con le istituzioni se può emergere un soggetto terzo per attivare forme conciliative»”.
Il Tirreno poi stila i numeri di questo “bagno di sangue” che ha lasciato i risparmiatori che si sono fidati della banca senza un soldo:
“186 gli sportelli in Italia
84 gli sportelli in Toscana
60.0000 gli azionisti in Italia
30.000 gli azionisti in Toscana
5.000 gli obbligazionisti
300 milioni gli euro persi tra azionisti e obbligazionisti
8.500 gli euro persi in media per ciascun azionista o obbligazionista toscano
15-20mila euro persi in media da ciascun azionista/obbligazionista secondo la stima delle associazioni dei consumatori, se si calcolano anche gli interessi mancati
Aggiunta del 30 novembre: nel calcolo della media di 15-20mila euro, le associazioni dei consumatori hanno tenuto conto anche degli interessi che ogni risparmiatore avrebbe potuto vantare. Un elemento che precisiamo meglio dopo le sollecitazioni di chiarimento dei lettori tra i commenti a questa stessa pagina”.