ROMA – I risparmiatori di Banca Etruria che hanno perso i loro soldi saranno risarciti. L’istituto di credito ha annunciato un anticipo di indennizzo per i suoi correntisti, anticipo che potrebbe arrivare prima dei decreti al varo dell’arbitro Raffaele Cantone e del fondo di solidarietà da 100 milioni di euro.
Valentina Conte e Liana Milella su Repubblica scrivono che dal 1° gennaio 2016 è entrato in vigore il bail in e che allarmata dalla fuga dei risparmiatori Banca Etruria sarebbe pronta a rimediare prima dei decreti del governo di Matteo Renzi e della Banca d’Italia:
“Ne beneficerà un circostanziato gruppo di investitori della vecchia Banca Etruria, sciolta dal decreto del 22 novembre, che verrà ristorato almeno in parte e a stretto giro non dal fondo di solidarietà (almeno non subito), né dal governo, ma dalla nuova Banca Etruria, nata dalle ceneri della vecchia e guidata da Andrea Nicastro, in attesa di superare poi l’arbitrato e dunque recuperare l’intera cifra.
Una mossa di certo audace, voluta dal governo per «attenuare la tensione» esplosa soprattutto attorno all’istituto toscano – uno dei quattro salvati a scapito di azionisti e obbligazionisti subordinati – nell’occhio del ciclone delle proteste e delle polemiche politiche, visto il passato ruolo operativo del padre del ministro Boschi. Ma anche un chiaro tentativo di arginare il minacciato deflusso di correntisti, sempre più decisi a spostare i soldi altrove, come testimoniato da molti nelle manifestazioni di Roma, Arezzo, Civitavecchia.
Un’eventualità dannosissima per una banca ripulita e (ora) solida, in attesa di essere venduta. La parola d’ordine nelle comunicazioni telefoniche di questi giorni tra il ministro Padoan, il suo capo di gabinetto Garofoli, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il presidente dell’Anac Cantone e il presidente delle new bank Nicastro è dunque «rassicurare » ad ogni costo. Prima che si inneschi una crisi di fiducia, a quel punto irreparabile e con effetto domino dagli esiti incalcolabili”.
L’anticipo degli indennizzi, sottolineano Milella e Conte, sarà elargito da un prestito privato della nuova Banca Etruria che poi attingerà dal fondo di solidarietà, anche in accordo coi criteri di rimborso e le procedure di arbitrato che saranno stabilite dai decreti del governo in arrivo:
“I decreti – su cui già si lavora al Mef – dovranno dunque tenere conto anche di questo indennizzo ponte. La stesura dei testi non pare semplicissima e il loro varo non immediato. Ecco spiegata l’idea del “calmiere”, da utilizzare per la banca tra le più bersagliate delle quattro. «Chi è stato messo potenzialmente sul lastrico da Banca Etruria ha ora la certezza di avere una soddisfazione importante», diceva non a caso Nicastro mercoledì ad Arezzo.
Il riferimento è a 683 risparmiatori «molto, molto esposti», che hanno investito meno di 100 mila euro puntando per oltre il 50% del loro patrimonio sulle obbligazioni subordinate, ora azzerate. Per questi è stata già attivata «una task force interna per raccogliere le carte» da portare poi a Cantone, ma «avranno una corsia privilegiata e possono stare tranquilli». Certo, «anche loro passeranno al vaglio del collegio».
Ma a quanto pare, nel frattempo, potranno già rivedere parte dei denari andati in fumo grazie all’anticipo della nuova Banca Etruria. Operazione alla portata dell’istituto sollevato dalle sofferenze, dal momento che nel complesso questi investitori hanno perso “solo” 17 milioni. E soprattutto ben pensata dal governo, nell’ottica di venire incontro subito a quasi il 70% dei più deboli (calcolati in 1.010 tra le quattro banche), quelli cioè che hanno bruciato quasi tutti i risparmi. E gli altri 9.900 sottoscrittori di bond diventati carta straccia? Per loro c’è solo da attendere l’arbitrato. Da ieri intanto è in vigore il famigerato bail in: in caso di default, rischiano anche i correntisti sopra i 100 mila euro”.