“Bella ciao, controstoria della Resistenza”, Libero: “Il caso editoriale di Giampaolo Pansa”

Bella ciao, controstoria della Resistenza
Bella ciao, controstoria della Resistenza

ROMA – L’ultimo libro di Giampaolo Pansa, “Bella ciao, controstoria della Resistenza” ha già tirato 85 mila copie ed è arrivato alla quinta edizione in due settimane.con “finora, il 40% accertato di venduto. In continua ascesa, come scrive Antonella Luppoli su Libero:

Numerose ricerche condotte nell’ambito della lettura, intesa come rapporto uomo/libro, sostengono che solo i racconti di imprese prosopopeiche e imbarazzanti vicissitudini del Belpaese riescono a ingolosire il pubblico italiano. In soldoni, i li- bri di storia, quelli che qualcuno definisce noiosamente monotematici e faziosi, sono ciò che ancoratiene alto il buonnome della nostra cultura (e le case editrici). A conferma diciò arrivalostraordinariosuccesso diBel – la Ciao. Controstoria della Resistenza (Riz – zoli,pp. 432,euro 19,90). Sugliscaffali delle librerie di tutta Italia dallo scorso 12 feb- braio, il volume di Giampaolo Pansaè giun- to alla quinta edizione in sole due settimane, nuova tiratura di altre 10mila copie, per 85mila copie totali e con, finora, il 40% accer- tatodivenduto.In continuaascesa.

Un record assoluto che testimonia l’impatto avuto dal saggio dello scrittore monferrino. Il testo ha fatto razzia di lettori soprattutto nel Nord-Ovest. Un po’meno al Sud e nelle isole (peraltro zone non coinvolte nella guerra civile). Il pubblicopiù fedele del ge- nere storico rimane quello femminile. A parteleconsiderazioni statistichedigenere e numero, pochi giorni dopo l’uscita, Bella Ciaosi è piazzato sul gradino più alto sia del- la classifica di saggistica sia di quella genera- le. E lì rimane optime. L’editore Rizzoli sorri- de, manon è pernulla sorpreso. Ilfatto che Pansamacini numeridacapogironon èin- solito. Senzaretorica, loscrittore puòessere annoverato tra i mostri sacri del panorama letterario/giornalistico – del nostro tempo. «Dal mio paesello in Toscana non ho riscon- trinazionali,mail librovieneesposto,ven- duto, i librari sono contenti come i lettori. Ho ricevuto molte telefonate di lettrici “at – tempate” che mi ringraziavamo per aver raccontato la verità sulla guerra civile», com- menta, un po’ sorpreso, il suo successo Giampaolo Pansa. «Sarà chescrivo in modo semplice, scrivo come parlo. E forse que- st’idea della “controstoria” funziona (ha funzionato anche col suo libro precedente Sangue, sesso e soldi,ndr). Eppoi la pubblici- sticasultemaResistenza &partigianiperil 99% tira,politicamente, da un’altraparte. Al tempo della guerra civile io avevo dieci anni. Ma ricordoche in famiglia sentivoparlare di quei fatti in modoonesto, col riscontro della realtà. Poi tuttoquesto è esploso inme, pri- ma nella mia tesi di laurea, poi nei miei libri, a cominciare dal Sangue dei vinti…». Infatti, dopo poco più di un decennio dall’uscitade Ilsangue deivinti (Sperling & Kupfer) -in cuidava vocealle ragionidei re- ducidella RepubblicadiSalò- Pansatornaa raccontare, in modo analitico e argomenta- to, uno dei periodi storici più controversi del nostro ’900. La Resistenza. «Un attentato, una rappresaglia nemica. Un nuovo atten-
tato, una nuova rappresaglia più dura. Un terzo attentato, una terza rappresaglia an- cora più aspra. E così via, con una catena senzafine cheaveva unsolo risultato:allar- gare l’incendiodella guerra civilee spingere alla lotta pure chi voleva restare lontano». È così che Pansa descrive il meccanismo im- perfetto che si cela dietro all’operato dei capi delle BrigateGaribaldi. LaResistenza èstata infattiuna delleguerrecivili piùsanguinose del Ventesimo secolo: «lamia domanda era: perchè nonraccontarla com’eradavvero? I partigiani si battevamo per la rivoluzione comunista», spiegaPansa. Non percaso Le- nin affermavache «ognigrande rivoluzione […],anchesenon cifosseunaguerraester- na, èinconcepibile senza unaguerra inter-
na, cioè una guerra civile». Il libro non ha la pretesa di essere una banale voce fuori dal coro. Piuttosto,regala una versionedei fatti a tratti scomoda e a tanti sconosciuta. Avete presente ilpoeta GiacomoLeopardi? L’im – magine dello scrittore di Recanati, per lun- ghi decenni, è stata cristallizzata nel pessi- mismocosmico chehacaratterizzato lesue primeproduzioni. Esisteperò un“secondo Leopardi”-quello deLa Ginestraper inten- derci- chefadellasperanza unbaluardodi vita. Il parallelo è utile solo per dire che an- che della Resistenza esiste un’altra faccia della medaglia. Proprio Bella Ciao fornisce l’inedita analisi di quegli anni, dal 1943 al 1945, periodo in cui, secondo l’immaginario collettivo, i partigiani hanno lottato contro il totalitario nazismo e le camicie nere. Ma il fronteantifascistaera realmentecosìcom- patto alsuo interno? Ilsuo operatoera dav- vero democraticamente inspirato? Bella Ciao, non senza polemiche, rico- struisce il percorso delle bande guidate da Luigi Longoe PietroSecchia, sindall’agosto 1943, con tutto quel che ne consegue. Pansa si erge amegafono di alcune paginedi storia ancora oggi nascoste.Con successo sempre crescente.

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