ROMA – Lo stop al “reato di clandestinità” approvato in Commissione giustizia grazie all’emendamento di due senatori grillini (Andrea Cioffi e Maurizio Buccarella) non era nel programma. Così hanno scritto nel post (10 ottobre) pubblicato sul blog e firmato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio:
“La posizione espressa dai due eletti in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori, non faceva parte del programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all’interno. Non siamo d’accordo sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perché un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno”.
Posizione poi ribadita con un altro post sul blog, post (sempre datato 10 ottobre) per precisare il regolamento interno al MoVimento 5 Stelle:
Il video del programma del MoVimento 5 Stelle
Qualche precisazione sul metodo di relazione tra eletti, iscritti e elettori del M5S per la formulazione di nuove leggi.
1. L’eletto portavoce ha come compito l’attuazione del Programma del M5S
2. In caso di nuove leggi di rilevanza sociale non previste dal Programma, come può essere l’abolizione del reato di clandestinità, queste devono essere prima discusse in assemblea dai proponenti e quindi proposte all’approvazione del M5S attraverso il blog
3. In caso di approvazione, i nuovi punti saranno inseriti nel Programma che sarà sottoposto agli elettori nella successiva consultazione elettorale