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“Beppe Grillo era perfetto, ora sbaglia tutto”: Giovanna Cosenza al Fatto 12/10

di Daniela Lauria |15 Ottobre 2013 1:10

Beppe Grillo (Foto Lapresse)

ROMA – “Beppe Grillo era perfetto, ora sbaglia tutto“. Il giudizio impietoso è di Giovanna Cosenza, docente di Filosofia e Teoria dei Linguaggi all’Università di Bologna. Intervistata da Luca De Carolis per il Fatto Quotidiano, Cosenza analizza le strategie di comunicazione che hanno portato il comico ligure all’apice del consenso e gli errori strategici, dopo l’ultima scomunica all’ementamento Cinque Stelle per l’abolizione del reato di clandestinità.

È un grave errore – afferma Giovanna Cosenza – Grillo ha costruito il suo grande consenso anche grazie a uno stile di comunicazione perfetto. Era bravissimo nel saper combinare l’emozione con il rigore nel fornire dati, la passione con l’obiettività nel trasmettere informazioni. Sapeva coinvolgere, perché dava la sensazione di essere lui stesso coinvolto dalle questioni di cui parla. Scrivendo di percentuali, ha fatto la figura del ragioniere della politica, che fa piccoli calcoli elettorali. E proprio perché si è guadagnato un’immagine di personaggio autentico, ora molti potrebbero pensare che lui sia davvero così. È stato un autogol, insomma. Diciamo che è caduto in contraddizione, creando un cortocircuito che ha disorientato parlamentari e base.

Ma il calcolo che lui e Casaleggio fanno è corretto? Avrebbero davvero perso tutti quei voti contestando la norma anti clandestini?Non credo proprio. Alle Politiche M5S ha preso il 25,5 per cento, mentre la Lega Nord, di cui molti hanno visto le tracce in quel post, ha preso al massimo l’11 per cento. L’elettorato anti- immigrati, che ragiona solo con la pancia, non è così ampio tra i votanti per Cinque Stelle.

Mi pare più la reazione del capo arrabbiato per non essere stato informato dai suoi di una decisione, che un passo politico.

L’analisi di Cosenza però si estende anche a tutto il Movimento, dove la rabbia non basta più e bisogna passare all’azione:

Per guadagnare voti, bisognerebbe comunicare soluzioni ai problemi e non mostrare di continuo dissensi interni, come la mera rabbia. L’essere arrabbiati e basta non paga più. Cinque Stelle cerca di comunicare anche le proprie proposte. Certo, ed è quello che deve fare. Ma il problema rimane. Per dire, il post di Vito Crimi durante la giunta delle Elezioni (quello sul prolasso intestinale di B., ndr) è un errore marchiano. Se sei dentro le istituzioni, non puoi più scimmiottare le battute del tuo leader. Anche salire sul tetto delle Camera per protesta contro la riforma della Costituzione non è stata una buona idea. Sui tetti sono saliti precari e studenti: non è il caso che lo facciano dei parlamentari.

Da dopo le elezioni Grillo sta sbagliando e i toni aggressivi, che andavano bene per i comizi, ora sono controproducenti:

nei comunicati da leader politico non puoi abbandonarti a insulti e invettive. Grillo deve trovare un nuovo modo di comunicare. L’aveva ammesso lui stesso, nella conferenza stampa subito dopo la rielezione di Napolitano: “Mi devo calmare, devo cambiare”.

Soprattutto, deve parlare da leader e non da capo. Il leader è ascoltato e seguito spontaneamente, il capo dà gli ordini. 

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