Bertone, gli yacht e Banca Etruria: s’indaga su donazioni per 700 milioni

Bertone, gli yacht e Banca Etruria: s'indaga su donazioni per 700 milioni
Bertone, gli yacht e Banca Etruria: s’indaga su donazioni per 700 milioni

ROMA – Tarcisio Bertone e quella donazione da 700mila euro fatta da Mario La Via, imprenditore della Privilege Yacht, indagato dalla Procura di Civitavecchia per bancarotta fraudolenta: sono questi alcuni degli elementi su cui indagano gli inquirenti. Alcuni, ma non certo tutti. Perché nell’inchiesta, come sottolinea Fabio Tonacci su Repubblica, c’è anche il ruolo di Banca Etruria, che alla Privilege Yacht, una società che doveva costruire yacht di lusso ma dai cui cantieri non ne è mai uscito nemmeno uno, prestò trenta milioni di euro, mai rientrati.

Le Procure di Arezzo e Civitavecchia vogliono “ricostruire la rete di amicizie di alto livello” di La Via. Tra queste amicizie c’è quella, appunto, con l’ex segretario di Stato vaticano Bertone, che nel settembre del 2008 benedisse la chiglia lunga 127 metri di quello che avrebbe dovuto essere lo “yacht più grande del mondo”. Ma che non è mai stato completato, e ora giace abbandonato nel cantiere dismesso del porto di Civitavecchia.

Nel mirino degli inquirenti ci sono i bonifici ricevuti da Bertone dal 2008 al 2012 sotto forma di donazioni ad enti terzi, per un totale di circa 700mila. Tra queste voci troviamo, scrive Tonacci,

35.247 euro al Movimiento de Los Focolares (da sempre vicini a Bertone), 69.738 euro al Collegio Madre del Divino Pastore, 20.000 euro alla Diocesi di Civitavecchia, 21.000 euro alla Fondazione Don Bosco in India e altri 25.000 per la associazione Don Bosco University, 50.000 euro all’arcivescvo boliviano di Cochabamba, 80.000 euro per il completamento della casa vescovile della Curia di Leopoli, 30.000 per la costruzione di una chiesetta a Sagar in India.

Ma veniamo al ruolo di Banca Etruria in questa storia. Spiega Tonacci:

Questa storia si afferra partendo dalla fine, cioè dalle tre perquisizioni che il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, ha disposto ieri per l’ex presidente Etruria Giuseppe Fornasari, l’ex consigliere Giorgio Guerrini e il funzionario Paolo Fumi. Sono indagati per bancarotta fraudolenta per il dissesto della Popolare: gli investigatori non si spiegano come abbiano potuto concedere alla Privilege Yard nel 2010 un fido da 57 milioni di euro, con un’istruttoria (condotta da Fumi) aperta e chiusa in appena otto giorni. Il progetto non stava in piedi: la società era nata nel 2006 e non si era mai occupata di yacht, non si sapeva chi fosse il compratore (si favoleggiò di un interessamento di Brad Pitt e Angelina Jolie), il cantiere sorgeva su un terreno che non aveva sbocco diretto al mare ed era circondato da un binario ferroviario. Soprattutto, non c’erano garanzie. (…)

Etruria si è presa il ruolo di capofila di un consorzio di banche (Unicredit, Bpm, Mps service, Intesa e Banca Marche) che ha concesso alla Privilege Yard crediti per 100 milioni. Ottanta milioni sono stati effettivamente erogati, e ottanta milioni non sono rientrati nelle casse dei sei istituti. Solo Etruria ci ha rimesso 29 milioni: l’ennesima corposa distrazione patrimoniale da attribuire agli ex manager. La Privilege è fallita il 22 giugno del 2015, e la procura di Civitavecchia ha avviato l’inchiesta per bancarotta fraudolenta. È così che quattro anni di corrispondenza tra La Via e Bertone sono finiti agli atti. Pure ad Arezzo stanno studiando quei documenti.

L’ex segretario di Stato vaticano usava La Via come un bancomat. Pretendeva donazioni per enti e diocesi sparse in tutto il pianeta, e l’imprenditore eseguiva. Nel carteggio se ne contano una trentina, per circa 700mila euro. “Egregio dottor La Via, come d’accordi telefonici le invio l’elenco delle richieste che sottopongo alla sua cortese attenzione. Il totale ammonta a 67.600 euro e 20.000 dollari. La ringrazio per la somma che crederà opportuno mettere a disposizione”, si legge in una delle lettere firmata da Bertone su carta intestata, datata 16 novembre 2009.

(…) Il quotidiano Libero a dicembre aveva svelato il contenuto della corrispondenza, dando conto di un misterioso bonifico da 46,3 milioni diretto alla società Privilege Yard Inc. con sede alle Isole Vergini. Se i soldi di Etruria e delle altre banche siano finiti ai Caraibi, è materia di indagine. Ma ai magistrati interessa anche approfondire il ruolo avuto da Bertone. Non sfugge, infatti, che almeno con Unicredit l’ex segretario di Stato avesse rapporti eccellenti. Non foss’altro perché il colosso bancario ha inglobato nel 2007 Capitalia, istituto storicamente vicino al Vaticano.

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