Campidoglio, lite tra tecnici. Morgante: “Tra me e Improta ne rimarrà solo uno”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Dicembre 2013 - 12:28 OLTRE 6 MESI FA
Campidoglio, lite tra tecnici. Morgante: "Tra me e Improta ne rimarrà solo uno"

Marino e Daniela Morgante (LaPresse)

ROMA – Aumentare le tasse o tagliare le spese? Il conflitto fra la politica che ci succhia il sangue e il buon governo trova a Roma un caso esemplare, lo scontro fra l’assessore al bilancio Daniela Morgante da una parte e il sindaco Ignazio Marino e l’assessore Guido Improta schierati dall’altra.

“Squadra che vince non si cambia”. Ignazio Marino lo ripete, tipo mantra, dal minuto successivo all’approvazione del bilancio. Negli ultimi giorni però il mantra si va trasformando sempre più in una difesa di facciata, in una frase buona per non affrontare il problema, in un muro eretto per non rispondere alle domande dei giornalisti. E la domanda di questi giorni è una in particolare: chi si salva tra Daniela Morgante, assessore al bilancio, e Guido Improta responsabile della mobilità capitolina?

Nodo del contendere la metro C, con i fondi richiesti per l’accordo firmato da Improta passati al minuzioso setaccio della ragioneria capitolina sotto la regia della zelante Morgante. Una diatriba che ha portato i due ai ferri corti, con liti e porte sbattute in faccia, fino allo sblocco di una parte delle risorse nel novembre scorso.

Scrive Ernesto Menicucci sul Corriere della Sera:

(…) Le linee guida sono chiare. La Morgante, nell’incontro col sindaco, gli ha spiegato di aver «tirato giù un Bilancio molto lineare: le entrate sono le stesse dello scorso anno, l’aumento delle tasse non è previsto».

Niente Irpef (anche se una norma prevista nel collegato alla legge di stabilità parla di possibile incremento da 0,9 a 1,2), niente tassa dei rifiuti, suolo pubblico o altre tariffe. E da dove si recuperano i soldi per tenere in equilibrio i conti? «Tagli, tagli e ancora tagli», ha detto la Morgante al sindaco. E, poi, gli ha mostrato come fare. Niente interventi «lineari», ma risparmi mirati: consulenze, affitti, approvvigionamenti, acquisti. Il tutto, salvaguardando «gli stipendi dei dipendenti, gli anziani, i disabili». L’idea della Morgante, studiando e ristudiando le carte del Comune, è che «i costi si possano ulteriormente contrarre», perché «non ha senso avere 6,9 miliardi di Bilancio complessivo, con 6,5 di spesa corrente».

L’obiettivo, ambizioso, è quello di scendere. E anche di molto. Non degli 1,2 miliardi di cui si è parlato finora («è la previsione rispetto al 2012, ma la nuova manovra recepirà la correzione da 816 milioni già apportata nel 2013») ma comunque di parecchio. Col sindaco, la Morgante è stata chiara: «Questa è la mia proposta, vediamo se la accettano…». Altrimenti, l’aumento della pressione fiscale sarà inevitabile. Il problema è liberare risorse «per metterle sugli investimenti, e dare risposte al mondo produttivo della città».

Lo stesso ambiente a cui, da quando si è insediato, guarda anche Improta: le figure che, a Roma, hanno sempre curato certi rapporti sono indebolite e in politica ogni spazio vuoto viene riempito. Ma rispetto ai litigi di questi giorni? La Morgante guarda avanti ma, con le persone più fidate, non è riuscita a trattenersi: «Lui dice che le mie risposte tecniche non sono risolutive? Io il Bilancio l’ho chiuso in pareggio, mi pare che le aziende che dipendono dal suo assessorato non lo siano…». L’ennesima stoccata, in una guerra a colpi di spada.