ROMA – “Nella lunga omelia di fine d’anno – scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera – Matteo Renzi ha fatto una promessa: Questo che arriva sarà l’anno della Rai, che non ho lottizzato ma voglio migliorare. Facciamo così: per stima, abboniamogli il 31 dicembre 2014 e speriamo che spettacoli fantozziani come L’anno che verrà vengano esodati in fretta”.
L’articolo di Aldo Grasso: Le persone che restano a casa per attendere il nuovo anno non avrebbero diritto di trarre dalle immagini un po’ di ottimismo, un po’ di eleganza, un po’ di luce che faccia dimenticare i lati oscuri del quotidiano? Il Servizio pubblico perché offre svaghi così malinconici, bolliti e dissipati? A condurre L’anno che verrà , al posto di Carlo Conti, c’era Flavio Insinna, insieme con Nino Frassica. Ha ragione Tommaso Labranca: «Simili passaggi di consegne nell’ormai esiguo erbario di conduttori da Raiuno ricordano la sostituzione dell’IMU con la TASI: nulla cambia, tutto peggiora» (…) L’aspetto più ridicolo è che né Insinna né Frassica sapevano pronunciare il nome di Courmayeur (ci vuole tanto per un attore italiano?). Se la Rai va migliorata, bisogna iniziare anche dai programmi che manda in onda.
P.S. Il discorso d’addio del presidente Giorgio Napolitano è stato «snaturato» da una brutta regia e dai tagli di montaggio che ne hanno alterato il ritmo, levando evidentemente molte pause. E dire che a volte i silenzi parlano, e molto.