ROMA – Un po’ è colpa dei giornali che hanno “cavalcato l’allarme” in modo ingiustificato. Ma è soprattutto colpa della Oms e di una sua decisione assurda, quella di considerare le carni lavorate “cancerogene al pari del tabacco”. Una “eresia” almeno secondo l’oncologo Armando Santoro che ne parla in una lunga intervista al Fatto Quotidiano firmata da Chiara Daina.
L’oncologo spiega quello che molti sanno, ovvero che la pericolosità di certi tipi di carne è nota da tempo. Ma è il modo in cui è stato diffuso e presentato l’allarme a essere tutto sbagliato. Una accusa forte e chiara all’Oms.
Lo abbiamo chiesto all’oncologo Armando Santoro, direttore dell’Humanitas cancer center e docente all’Humanitas University a Milano: “Sì, stupisce anche me e credo la maggior parte dei miei colleghi – ci risponde -. Colpa anche dei media che hanno cavalcato l’annuncio in maniera compulsiva“. E aggiunge: “È un’eresia classificare le carni lavorate cancerogene al pari del tabacco. Assurdo anche associarle in particolare al tumore alla prostatata e al colon retto, solo perché sono tra quelli con la più alta incidenza”. Che si tratti di “un allarmismo ingiustificato” lo ha ribadito oggi anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a margine della cerimonia al Quirinale per la Giornata per la ricerca sul cancro: “Dall’Oms è stato fatto allarmismo e in modo ingiustificato”.
Ora basta psicosi. Non si può mettere al bando la carne, se consumata una volta alla settimana non uccide nessuno. E poi è ingiusto mandare sul lastrico un intero settore industriale”. A scandirlo è Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica e virologia dell’Ospedale Sacco di Milano dopo l’ondata di allarmismo per lo studio pubblicato dall’International agency for research on cancer (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sul cancro provocato dalle carni processate. Che sembra non avere scosso più tanto gli italiani: solo uno su dieci (l’11 per cento della popolazione), calcola la Coldiretti, ha rinunciato all’acquisto di carne in questi ultimi due giorni. “Noi viviamo in un mondo immerso di cancerogeni, pensiamo alle sostanzi inquinanti nell’aria, nell’acqua che veicola residui di mercurio e metalli, nel cibo che mangiamo nei paesi asiatici sottoposti a meno controlli e pieni di additivi che in Europa sono proibiti. Un approccio moderato – sottolinea la virologa – salva tutti. Quindi evitiamo di mangiare carne al barbecue troppo spesso, se una volta al mese non c’è pericolo”. Un richiamo alla sobrietà nella comunicazione e nell’interpretazione dei dati dunque. “Il rischio di un tumore deriva da un consumo eccessivo di carni lavorate e conservate, ma non si può stabilire con certezza il legame diretto tra causa ed effetto”.