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Caso Mancino. Napolitano attacca: “Campagna costruita sul nulla”. Monti: “Berlino può fidarsi dell’Italia”

di Gianluca Pace |22 Giugno 2012 9:43

Oggi vertice a Roma tra Monti, Hollande, Merkel e Rajoy. Sul tavolo le prossime decisioni per salvare l’Eurozona dalla crisi. Il Corriere della Sera: “Berlino, le condizioni sugli aiuti.”

Il Corriere della Sera - Paesi a confronto

Scrive Ivo Caizzi: “‘Eurogruppo dei 17 ministri finanziari aveva preso atto con soddisfazione che alla Spagna potrebbero bastare circa 50-60 miliardi di euro di aiuti europei per salvare le sue banche. Ma nella riunione a Lussemburgo il direttore del Fmi, la francese Christine Lagarde, ha poi lanciato l’allarme su «tensioni addizionali nel sistema bancario e nel debito sovrano» dell’eurozona. E ha invitato a misure «urgenti» come una «Unione bancaria con supervisione e garanzie comuni dei depositi», una «Unione di bilancio» anche con bond da «chiamare come volete», ma fondati sulla «condivisione» e riforme strutturali. Lagarde ha annunciato che un gruppo di studio del Fmi, detto «Articolo 4», monitorerà costantemente l’evoluzione della situazione.”

Approvarla senza ritardi. Editoriale di Maurizio Ferrera: “La riforma creerà occupazione? Per il breve periodo è meglio non farsi troppe illusioni. Il mercato del lavoro è come un campo da gioco: servono buone regole, un arbitro capace, un servizio di assistenza per chi è costretto a uscire. Ma l’esito della partita dipende dai giocatori. La crisi sta colpendo duro, e non finirà presto. Nel campo da gioco «riformato», imprese e sindacati devono ora rimboccarsi le maniche: si vince solo investendo, innovando, puntando su flessibilità organizzative e retributive a livello di settore o di azienda. I prossimi mesi saranno cruciali. Il governo continui i suoi sforzi per facilitare e sostenere la crescita. La politica lo aiuti senza ostacolarlo pretestuosamente e usi questo tempo per, saggiamente, rinnovarsi.”

L’intervista di Paolo LepriGuido Westerwelle, ministro degli Esteri tedesco: “Io credo che l’Italia sia un Paese competitivo e di successo. E ciò vale anche per la Spagna. Questi Paesi hanno prodotti conosciuti nel mondo, ce la faranno mettendo in atto le riforme strutturali già avviate. Tanti dimenticano che anni fa la Germania veniva presentata dai giornali come il “malato dell’Europa”. Tutto è poi cambiato molto velocemente. Le riforme poi attuate dai vari governi federali hanno migliorato la competitività della Germania e hanno ridotto in maniera significativa la disoccupazione.”

Caso Mancino. Napolitano interviene «Campagna di sospetti costruita sul nulla». Il retroscena di Marzio Breda: “Un costituzionalista e politico (è senatore del Pd) come Stefano Ceccanti sostiene che gli «immotivati» attacchi a Napolitano avrebbero in realtà per obiettivo il governo Monti. Vale a dire che, «non potendo abbattere l’esecutivo nell’unico modo costituzionalmente legittimo, ancorché irresponsabile, la mozione di sfiducia parlamentare, ci si inventa una sorta di mozione surrettizia con una campagna contro il presidente della Repubblica». 
È un’interpretazione fra le tante, più o meno suggestive o minimaliste, di queste ore. Al Quirinale non ne avallano né respingono alcuna, presi come sono ad analizzare quanto accade e a neutralizzare quello che ormai si configura come un vero e proprio accerchiamento.”

Il Senato taglia (i deputati) Scendono da 630 a 508. Scrive Ernesto Menicucci: “Discussioni, incontri, polemiche. E, alla fine, il voto: i senatori, con 212 sì, 11 contrari e 27 astenuti (i leghisti), «tagliano» i loro colleghi deputati che diventeranno 508 (8 eletti all’estero) rispetto ai 630 attuali. Passa la versione più «leggera» ma più condivisa: Lega, Idv e Io Sud-Coesione nazionale avevano proposto una sforbiciata più drastica. Angelino Alfano, segretario del Pdl, è soddisfatto: «Dopo la riduzione dei parlamentari andiamo avanti. Ora la legge elettorale, i cittadini scelgano i loro rappresentanti». Nichi Vendola (Sel) è critico: «Con questi film, il commento va fatto alla scritta The End: questo può essere solo un promo».
La riduzione dei deputati, che dovrà passare all’esame della Camera, è il primo passo del ddl sulle riforme istituzionali.”

Caso Lusi. Intervista di Andrea Garibaldi a Francesco Rutelli: “Denunci i delitti che conosce, a partire dai suoi. Per cinque mesi ho risposto in ogni sede: tv, interviste, testimonianze davanti ai pm, assemblee. I colleghi del mio gruppo mi hanno trattenuto quando volevo parlare. Li ringrazio: non era il giorno del mio attacco, come parte offesa, al senatore di cui si chiedeva l’arresto.”

 Aldrovandi, pene confermate Ma l’indulto salva i poliziotti: “Ora è davvero finita. Ci sono dei colpevoli, quattro poliziotti, riconosciuti con sentenza definitiva per la morte di Federico Aldrovandi, che il 25 settembre 2005 aveva solo 18 anni quando, in via Ippodromo, a Ferrara, si ritrovò di fronte una pattuglia di agenti, chiamati da una donna che sosteneva di aver visto il ragazzo «in uno stato di grande agitazione». Ciò che successe in quella strada nessuno, tranne i presenti, lo può sapere con certezza.”

 

La prima pagina de La Repubblica

Stato-mafia, Napolitano non ci sta. La Repubblica: “Il presidente della Repubblica interviene dopo le intercettazioni tra Mancino e il suo consigliere giuridico. D’Ambrosio interrogato a Palermo.” Chi gioca allo sfascio. Editoriale di Carlo Galli: “Sono molti i piani su cui  deve essere valutata la vicenda che ruota intorno al caso Mancino-Procure-Quirinale; una vicenda che ha prodotto un irritatissimo comunicato della Presidenza della Repubblica. Da un punto di vista giuridico-penale, con buona pace per Antonio Di Pietro, non vi è nulla di rilevante a carico del presidente Napolitano.”

L’analisi di Attilio Bolzoni: “Quando il palazzo tremava per le bombe di Cosa Nostra. Così partì la trattativa segreta. E’ il delitto Lima che rompe l’equilibrio. Tanti big si sentono in pericolo: da Mannino a Martelli ad Andreotti.”

Caso Lusi. L’ex tesoriere della Margherita in cella con il WC a vista. Raccontano Alberto Custodero e Giovanna Vitale: “A don Sandro, cappellano del carcere di Rebibbia, ha confessato “di avere una grande fede nel signore”. A Rita Bernardini, deputata radicale, ha confidato che “la televisione è sempre accesa è la sua ancora di salvezza.”

 

 

 

La Repubblica - I voti di Moody's

Economia. Moody’s declassa 15 grandi banche: “Fmi e Ue: avanti con l’unione monetaria. Lagarde: fase critica per l’euro. Berlino: ecco le regole sugli acquisti bond con Efsf.”

Le scelte dei partiti. L’Espresso svela i piani di Berlusconi: “Renzi premier. Il sindaco replica: ipotesi ridicola, che schifo.”

 

 

 

 

 

 

 

La prima pagina de Il Giornale

Il Giornale: “Napolitano ha paura.” Editoriale di Alessandro Sallusti: “Il presidente Napolitano ha paura. Pa­ura che la sua immagine, costruita cristallina e super partes, venga in­fangata da una storiaccia tutta italia­na fatta di veleni, sospetti e intercettazioni telefoniche probabilmente illegali, finite sui giornali. La vicenda è nota, e riguarda l’ipotesi di una trattativa, agli inizi degli an­ni Novanta, tra Stato e mafia per mettere fi­ne alla stagione delle stragi in cambio di una attenuazione del regime di carcere du­ro per i padrini delle cosche. Roba vecchia, che coinvolge esponenti dei governi di al­lora, da Ciampi a Conso, da Martelli a Man­cino. E proprio quest’ultimo, chiamato in causa di recente per falsa testimonianza, chiede aiuto oggi al Quirinale.”

Intercettazioni. Grande Fratello giudiziario Nel mirino dell’Europa. Scrive Anna Maria Greco: “Secondo la Commissione europea il no­stro sistema di intercettazioni è estrema­mente diffuso e troppo co­stoso.
Dei 450 milioni l’an­no- finora da noi si è parla­to “solo” di 300 milioni – il 20 per cento viene speso per 120mila bersagli tele­fonici e l’80 per cento per 12mila ambientali. Il 70 per cento dei contratti ri­guarda 7 procure. Solo 4 importanti fornitori co­prono il 70 per cento del mercato: ognuno accu­mula contratti per 75 mi­lioni. Il valore annuale dei contratti stipulati è per lo più superiore alle soglie fissate dalla diretti­va in materia del 2004: e cioè 193mila per il 2011 e 200mila per il 2012.” 

 

Il Fatto Quotidiano: “Napolitano invoca il bavaglio e attacca alcuni giornali.” Editoriale di Antonio Padellaro: “Da sei anni sul Colle siede una sorta di totem intoccabile, inviolabile e irascibile a cui rivolgere non diciamo un appunto, ma perfino la più blanda osservazione equivale a un delitto di lesa maestà. Non ripeteremo quanto già scritto su queste pagine da Paolo Flores d’Arcais a proposito di questa bizzarra “sacralità” tutta italiana: e se da noi funziona così, a poco serve ricordare che nella Germania della Merkel due capi di Stato (l’uno per una gaffe diplomatica, l’altro per un prestito agevolato) sono andati a casa anzitempo. Ma, appunto, perché da noi funziona così? Chi mai potrebbe impedire, oggi, all’ambaradam quirinalesco l’indecente negazione dell’evidenza telefonica e l’interferenza continuata nell’indagine dei pm di Palermo sulla oscena trattativa Stato-mafia? Il governo Monti che a Napolitano deve la propria esistenza in vita? Il tremebondo Pd? Il disastrato Pdl che subito si è accodato al monito sul bavaglio lanciato dal capo dello Stato per fatto personale? Via, non scherziamo. Il totem sul Colle fa comodo a tutti (loro). Lasciatelo lavorare.”

Mobilitazione generale. Scrive Marco Travaglio: “Corazzieri, palafrenieri, ciambellani, aiutanti di campo, assistenti al Soglio, guardie svizzere, marchesi del Grillo, magistrati democratici, giuristi, costituzionalisti, fuochisti, macchinisti, ferrovieri, uomini di fatica, ma soprattutto frenatori e pompieri sono pregati di convergere al segnale convenuto in piazza del Quirinale, possibilmente muniti di bandierine tricolori o pavesati di vessilli biancorossoverdi, e di cingere di un cordone protettivo il Sacro Palazzo a protezione dell’Illustre Inquilino, assediato da pm irresponsabili che intercettano falsi testimoni e “alcuni quotidiani” che “riempiono pagine con conversazioni telefoniche intercettate in ordine ad indagini in corso sugli anni della più sanguinosa strage di mafia”, dando per giunta “interpretazioni arbitrarie e tendenziose e talvolta versioni perfino manipolate”. L’ora è grave.”

Pomigliano, Fiom disciminata, condannata la Fiat: “Una discriminazione. È quella operata dalla Fiat nello stabilimento di Pomigliano contro gli iscritti Fiom, bocciata in modo netto dalla terza sezione Lavoro del Tribunale di Roma riunito in sede civile con sentenza firmata dal giudice Anna Baroncini. Una sentenza in cui per la prima volta si legge di una condanna che impone il rispetto di una precisa percentuale di iscritti, 8,75 per cento, nelle operazioni di riassorbimento del personale da parte della Fiat nello stabilimento di Pomigliano d’Arco, a Napoli. L’azienda è condannata, con esecutività immediata, ad assumere “145 lavoratori iscritti alla Fiom”, a “cessare dal comportamento discriminatorio” oltre a risarcire con 3.000 euro ciascuno i 19 iscritti Fiom di Pomigliano che le hanno mosso causa facendosi rappresentare dal segretario generale Maurizio Landini.”

 

La Stampa. Intervista a Mario Monti: “Berlino ha tratto grandi vantaggi dall’integrazione e Roma non ha mai chiesto prestiti. Herr Müller (nome comune tedesco. Pari al nostrano Mario Rossi, ndr), può fidarsi dell’Italia. L’Italia finora non ha chiesto prestiti, ne ha dati molti a Portogallo, Grecia e Irlanda e prossimamente alla Spagna. Ogni giorno che passa sussidiamo altri con gli alti tassi di interesse che paghiamo nel mercato. Nel futuro l’Italia non avrà bisogno di aiuti e se dovesse farlo vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato nel sistema. Ma non li chiederà perché quest’anno, secondo le previsioni di primavera della Commissione europea, l’Italia ha un disavanzo pubblico che è il 2% del prodotto interno lordo, l’insieme dell’Ue è al 3,6%, la zona euro è al 3,2%, l’Olanda al 4,4%, la Francia al 4,5%, la Germania solo allo 0,9%. E poi l’Italia avrà nel 2013 un avanzo in termini strutturali dello 0,6% e sarà uno dei primi Paesi ad averlo.”

La Stampa - Banche Europee

Alla Spagna servono 62 miliardi Eurogruppo diviso sulla Grecia. Il retroscena: “Nella migliore delle ipotesi, per mettere in sicurezza le banche spagnole ci vorranno 51 miliardi; nella peggiore, ne occorreranno 62. Alle cinque e mezza di ieri i pesanti rapporti dei due revisori indipendenti, lo statunitense Oliver Wymann e il tedesco Roland Berger, sono calati sul tavolo dei ministri dell’economica dell’Eurozona riuniti a Lussemburgo. Un conto salato, ma i diciassette lo hanno accolto con sollievo. La somma è parecchio più leggera dei 100 miliardi stanziati il 9 giugno e, ora che c’è, consente di provare a mettere le mani nel motore della crisi, anche per togliere di mezzo uno degli elementi che più hanno fomentato l’ondata speculativa degli ultimi giorni.”

 

 

 

 

La Stampa - La giungla degli esodati

La giungla degli esodati. Inchiesta di Paolo Baroni: “Come si passa dai 390.000 esodati «censiti» un po’ impropriamente dall’Inps ai 65 mila riconosciuti dal governo, destinati a breve a salire a 120 mila? Lo spiega bene la tabella che il ministro Fornero ha depositato in Parlamento l’altro giorno. Nel mare magnum di questi lavoratori «sospesi» – «roba da girone dantesco», come commentava giusto ieri Roberto Benigni – ci sono i salvaguardati del primo decreto, gli esodati e gli esodandi, i collocati in mobilità e quelli che sono sul punto di esserlo, chi versa contributi volontari e chi ha firmato accordi di mobilità prima e dopo il varo del decreto Salva-Italia del 4 dicembre 2012.”

 

 

 

Il Sole 24 Ore: “Fmi: fondi Ue per salvare le banche.” Salvare l’euro costa meno di un divorzio tra europei. Editoriale di Adriana Cerretelli: “Tra 30 anni ci saranno più francesi che tedeschi nell’Unione. A quel punto l’Europa per Berlino diventerà un asset molto importante e non qualcosa di cui sbarazzarsi alla leggera. Se tutto questo non dovesse bastare a convincerli che anche a loro Europa ed euro convengono tanto più con partner domani risanati e più integrati, c’è un altro dato che dovrebbe farli riflettere: secondo uno studio Bocconi di Carlo Altomonte, l’esposizione tedesca verso l’eurozona tuttora sarebbe leggera per modo di dire: complessivamente sfiora infatti i 1.200 miliardi a fronte di un indebitamento pubblico netto di 1.440. La conclusione è ovvia: per tutti senza eccezioni i costi di un divorzio europeo sarebbero di gran lunga superiori a quelli del salvataggio del matrimonio. Come in tutti i menages in crisi troppo spesso però non si ragiona con la testa ma con la pancia.”

 

La prima pagina de Il Messaggero

Il Messaggero: “Napolitano: sospetti sul nulla.” Chi punta a colpire le istituzioni. Editoriale di Giovanni Sabatucci: “Dov’è la colpa? E dov’è l’urgenza di denunciare un’interferenza che non c’è stata? Non è, credo, esercizio di dietrologia pensare a un obiettivo politico, a un bersaglio grosso. Il presidente Napolitano è oggi, in questa fase di crisi economica e di transizione istituzionale dagli esiti incerti, il fulcro e il supporto degli equilibri di governo e dell’intero sistema politico. È soprattutto il principale sponsor di un esecutivo che ha fortemente contribuito a far nascere e a tenere in vita. Indebolire lui vuol dire rendere ancor più precaria di quanto già non sia l’esistenza del governo Monti. Non stupisce allora trovare tra i protagonisti dell’offensiva mediatica anti-Quirinale i più rumorosi critici dell’esecutivo tecnico, dal «Fatto» a «Libero» e al «Giornale», da Feltri a Travaglio, da Di Pietro a Santanchè. 
Quelli che, come il Berlusconi dei giorni pari, pensano a una crisi di governo in tempi ravvicinati, magari accompagnata da un’uscita dell’Italia dall’euro e dal ritorno alla moneta nazionale. Se poi lo pensino davvero o si stiano solo preparando alla campagna elettorale, è tutto da vedere. Nell’uno e nell’altro caso, stanno pericolosamente scherzando col fuoco.”

Intervista di Carlo Fusi a Guido Calvi, avvocato, ex senatore Ds e oggi consigliere laico del Csm: “Bisogna partire da due dati oggettivi. Il primo: che il ministro della Giustizia ha respinto correttamente e sollecitamente la richiesta di ispezioni precisando che non era possibile effettuarle poiché a suo avviso non era stato commesso alcun illecito. Secondo: il Procuratore della repubblica di Palermo ha dichiarato che non vi è stata alcuna interferenza. Dunque nessun illecito sui fatti così come emergono dalle intercettazioni.”

Frecciazzurra. La Gazzetta dello Sport: “Verso Inghilterra-Italia: la condizione atletica pare dalla nostra parte.”

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