Cepu, Del Piero non bastò, “in tribunale rischia fallimento”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Ottobre 2015 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA
L'articolo del Messaggero

L’articolo del Messaggero

ROMA – “Le gigantografie di calciatori e attori strapopolari (il più famoso, e dileggiato, era Alex Del Piero) sono da tempo spariti dai cartelloni 6×3 lungo le tangenziali d’Italia – scrive e spiega Sara Menafra del Messaggero – Ma ormai è la stessa società Cesd ad essere – come riporta la giornalista del Messaggero – praticamente fallita: mercoledì scorso, i rappresentanti legali del più famoso istituto di recupero anni scolastici e assistenza agli esami universitari d’Italia, ovvero Cepu Grandi scuole, hanno discusso l’istanza di concordato preventivo davanti al tribunale fallimentare di Roma, ottenendo un allungamento dei tempi per presentare la proposta di concordato definitiva”.

Scrive Sara Menafra: E dire che quella di Cepu e del suo fondatore, Francesco Polidori, sembrava una storia di successo. Nato a Città di Castello, in provincia di Perugia, dove ha sempre voluto mantenere la sede principale della ditta, Polidori dice di aver inventato la capostipite, la Marcon, nel 1968, guardando i tanti giovani che lasciavano le campagne in cerca di lavoro. L’idea era creare un efficiente servizio di formazione per corrispondenza: il progetto funzionò e nel 1995 la Marcon acquisì anche la Scuola Radio Elettra che per prima aveva spedito dispense a pagamento a centinaia di aspiranti elettricisti e tecnici elettronici. In seguito, le società cambiarono nome più volte e nel gruppo entrarono via via altri progetti, sempre nuovi. Solo cinque anni fa, nel 2010, il nome di Polidori tracimò nelle pagine di cronaca politica: Silvio Berlusconi l’aveva convocato a Palazzo Grazioli perché stava valutando l’ipotesi di utilizzare le sue tecniche di presenza capillare sul territorio per rafforzare i ”Promotori della libertà”di Michela Brambilla. Non se ne fece nulla. PERICOLO LICENZIAMENTI Più o meno nello stesso periodo, finirono sui giornali ipotesi che Cesd avesse ceduto la società ad una holding lussemburghese e che il cuore del gruppo potesse essere transitati verso la più sana e-Campus, ultima creatura del gruppo. A prescindere dalle voci, ora il destino dell’azienda e dei suoi insegnanti è incerto. I 91 dipendenti a tempo indeterminato, molti nelle sedi in provincia di Perugia, sono riusciti ad ottenere un contratto di solidarietà, mentre per i precari la situazione è più complessa. E i prossimimesi saranno decisivi.