Cessione Milan, Silvio Berlusconi: “Ecco perchè vendo società (ma solo un pò)”

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Silvio Berlusconi sulla prima pagina della Gazzetta dello Sport

ROMA – “Ecco perchè vendo il Milan (ma solo un pò)“: La Gazzetta dello Sport, in un articolo a firma di Giuseppe Calvi, fa il punto sulla cessione del Milan e sulle ultime mosse di Silvio Berlusconi.

Il pranzo è servito ma può attendere. Silvio Berlusconi accetta di dedicarsi per qualche minuto al suo Milan. È deluso, per la stagione dello sprofondo rossonero, eppure dimostra di avere tanta forza e fiducia per pensare al futuro, che potrebbe essere ancora nel suo segno, magari da comproprietario. Appena arrivato alle 15 da Bari a Lecce, «scortato» da Luigi Vitali, segretario regionale di Forza Italia, è accolto all’hotel Patria da Giancarlo Mazzotta, sindaco di Carmiano, e da suo figlio Paride (coordinatore provinciale del partito), che hanno organizzato il pranzo per il Cavaliere. Davanti all’albergo, che s’affaccia sulla Chiesa di Santa Croce, la più fulgida espressione del barocco leccese, una mamma avvicina il figlio a Silvio, che lo accarezza e gli pone qualche domanda. In attesa dell’incontro al Palafiere di Lecce, che ieri sera ha chiuso i due giorni in Puglia per il sostegno portato alla candidata Adriana Poli Bortone, Berlusconi si concede una divagazione e scende sul pianeta Milan.

Presidente, spera davvero di concludere la trattativa con la sponda cinese?
«In questo momento non saprei quale sviluppo possa prendere. Anche perché è opportuno fare una premessa doverosa: io non ho nessuna voglia, intenzione e necessità di cedere il Milan».
Certo, anche per il club rossonero, riuscì ad aprire, con straordinaria lungimiranza, il fronte cinese nei suoi incontri, da presidente del Governo, con Xi Jinping, allora vicepresidente della Repubblica Popolare Cinese e adesso Capo di Stato e segretario del Partito comunista cinese?
«Vediamo che cosa potrà succedere. Intanto, al di là del rapporto creato all’epoca sulla scena politica, Xi sta dimostrando di avere grande rispetto per il calcio italiano, quindi per il Milan. Ovviamente sono orgoglioso del rapporto instaurato a suo tempo con Xi. E non è un mistero che in Cina il brand Milan tiri ancora tanto».
Sicuramente il Capo di Stato cinese avrà atteso il momento opportuno per muoversi, se è vero che nel 2009 le chiese se il Milan fosse in vendita, incassando la sua battuta “quando lo sarà, sarai il primo a saperlo”. Ha saputo attendere?
«Aspettiamo, non posso dire ora che cosa accadrà. Sia ben chiaro, non mi trovo nelle condizioni di cedere a tutti i costi la società. È innegabile, tuttavia, che da quando nel calcio sono arrivati i petroldollari e gli interventi dal Qatar è molto difficile che una sola famiglia riesca a reggere il peso economico di un club. Magari ci possono essere situazioni eccezionali…».

In che senso?
«Mi riferisco alla Juventus, che ha appena conquistato la finale di Champions League e alla quale faccio i miei più sinceri auguri per il traguardo raggiunto. A proposito di società, di proprietà di una famiglia, si tratta, però, appunto nel caso della Juventus, di eventi ormai davvero eccezionali. Alla luce delle difficoltà che bisogna fronteggiare, ho il dovere di trovare nuove risorse per il Milan» .
Perché la società si è ridotta in queste condizioni?
«Purtroppo, negli ultimi anni, per una serie di circostanze che non sto qui ad analizzare, il Milan ha perso molti campioni. E a livello economico non ha attraversato un periodo felice».

Come pensa di risolvere i problemi?
«Se, da sola, la mia famiglia non può farcela, allora sarà fondamentale reperire investitori capaci di contribuire al rilancio del Milan. Mi pare di aver capito, però, che quanti si interessano all’acquisto della società pongano come condizione essenziale la mia partecipazione alla loro avventura».
Presidente, pur nelle difficoltà da superare per il rilancio del club, sarà orgoglioso di essere considerato fondamentale per il futuro del Milan, valutato il peso dei sacrifici e dei successi in quasi trenta anni?
«Di sicuro. Evidentemente chi pensa di trattare l’acquisto del Milan lega il marchio del club in modo inscindibile alla mia persona. In effetti, non può essere altrimenti, visto quanto la mia famiglia ha fatto per il Milan in tutti questi anni».
E lei è pronto a impegnarsi ancora?
«Ci mancherebbe. Se il Milan non troverà acquirenti, mi toccherà tentare il rilancio. Invece, se la società conterà su nuovi investitori che richiederanno la conferma del mio ruolo, allora contribuirò, con chi arriverà, a riportare il Milan alle posizioni che merita» .

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