Ciclista morto sulla Colombo. Stefano Pirazzi: “A Roma impossibile andare in bici”

Ciclista morto sulla Colombo. Stefano Pirazzi: "A Roma impossibile andare in bici"
Via Cristoforo Colombo a Roma

ROMA – La Cristoforo Colombo continua a non esser una strada sicura per nessuno, pericolosa per tutti, in particolare per chi viaggia su una bicicletta.

L’ennesimo incidente mortale lungo la Cristoforo Colombo è costato la vita ad un uomo di sessantacinque anni, martedì 14 ottobre, durante la una collisione con una Alfa 156, duecento metri prima dell’incrocio con via Carlo Levi, all’altezza dello svincolo con il Centro Commerciale Euroma 2. L’uomo trasportato in codice rosso dal 118 all’ospedale Sant’Eugenio è morto poco dopo.

Stefano Pirazzi, 27 anni, miglior scalatore del Giro d’Italia nel 2013, ha parlato, al Messaggero, della pericolosità di andare in bici a Roma.

Ma scusi, il ciclismo non è uno sport che non conosce paura? Uno sport di fatica, che non dà spazio alla comodità…
«Ma non è questione di coraggio o di tracciati comodi. Qui ho visto bene l’atteggiamento degli automobilisti: dopo dieci minuti di stop per far passare la corsa, ma forse anche meno, erano pronti a saltarci al collo. Era la Gran fondo di Roma e il ricordo che ho è che anche le forze dell’ordine faticavano a tenere a bada gli automobilisti, erano inferociti, senza la minima cultura sportiva, e senza la polizia non so cosa ci avrebbero fatto… Quindi, la lezione per me è stata solamente una: andare in bici a Roma? No grazie. Non lo farei più e allo stesso tempo non lo permetterei a mio figlio: faticare in bici va bene, rischiare di essere asfaltati dagli automobilisti no. Troppe auto, zero disciplina».

Ma scusi, lei forse dice così perché è di Fiuggi, non è abituato a Roma. Anche perché, scusi, allora i romani che vanno su due ruote sono pazzi?
«Per me, che ho fatto della bici la mia vita, andare su due ruote a Roma è troppo pericoloso. Dico di più: è più sicura l’automobile».

Scusi, ma lei è Stefano Pirazzi di professione ciclista?
«Sì, ma è meglio caricare la bici in auto e andare a pedalare ai Castelli. Roma, sinceramente, io se posso la evito: troppo nervosismo verso i ciclisti, troppo traffico, troppo tutto».

Così era, così è e così sarà?
«L’unico consiglio che mi sento di dare a chi ama la bici a Roma è di fare pressione per far costruire delle piste ciclabili, come accade nelle città del Nord Europa, dove c’è un’altra cultura sportiva e ad ogni strada corrisponde una ciclabile. Bisognerebbe organizzare dei tour informativi nelle scuole, far crescere le nuove generazioni nel rispetto».

A Roma c’è pure un sindaco-ciclista…
«Positivo. anche solo il messaggio che si manda, quello di usare la bici, è giusto da molti punti di vista, inclusa la salute. Ma senza ciclabili Roma non è una città per ciclisti. Fine».

Ma lei è stato il miglior scalatore del Giro d’Italia: si spaventa dei colli romani?
«No, mi spavento degli automobilisti romani. E poi le buche sono un pericolo perché il ciclista per evitarle può fare una manovra brusca, e così pure l’automobilista. Io consiglio una passeggiata, e sconsiglio in bici tutte le strade che non siano i vicoli del centro storico. A Roma, in bici, si porta sempre un passeggero, la paura…».

 

 

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