Cinghiali, la Liguria vuole anticipare la caccia

Cinghiali, la Liguria vuole anticipare la caccia
Cinghiali, la Liguria vuole anticipare la caccia

GENOVA – Cinghiali: dopo che un pensionato è stato ucciso da un cinghiale a Cefalù, ora la Liguria pensa di anticipare la stagione della caccia. Perché agricoltori, e non solo, lamentano da tempo l’aggressività di questi animali. L’assessore regionale Stefano Mai ha ascoltato agricoltori e cacciatori e ha inoltrato una richiesta all’Ispra, l’istituto superiore di protezione ambientale. Con una richiesta: anticipare la stagione della caccia dalla prima domenica di ottobre a settembre. Scrive Emanuele Rossi sul Secolo XIX:

Così ieri Mai ha mandato la richiesta all’Ispra, l’istituto superiore di protezione ambientale, di far partire la caccia al cinghiale in Liguria in anticipo, a settembre, senza attendere la canonica prima domenica di ottobre. «Mi aspetto una risposta entro due settimane», dice. Ma un lieve anticipo non può bastare a riportare cinghiali, daini e caprioli nei boschi e allora si lavora anche a un regolamento che permetta abbattimenti anche nelle aree protette e ripristini i fondi per i risarcimenti dei danni all’agricoltura.

Il consigliere Ncd Andrea Costa, suo collega di maggioranza, va oltre e chiede di poter sparare ai cinghiali tutto l’anno, senza limiti di sorta, anche dentro i parchi naturali: «La situazione è gravissima. La presenza sempre più massiccia di cinghiali in moltissimi casi vanifica lo sforzo fatto da tanti agricoltori. Molti, quindi, alla fine desistono, abbandonano la cura del territorio e questo rappresenta una delle cause del progressivo dissesto idrogeologico. Il Parco dovrebbe incentivare la cura del territorio, non ingessarlo». Ma nell’alleanza trasversale pro doppiette si fa vivo anche il consigliere Pd Valter Ferrando: «Occorre chiarire le incertezze in merito agli enti responsabili dell’attivazione delle battute di selezione, dato che con la legge sul riordino delle funzioni conferite alle Province, la delega alla caccia è stata ritrasferita alla Regione. Non si può stare a guardare mentre i cinghiali invadono e devastano le nostre campagne».

Anche a Santa Margherita sentono il problema, come si legge sempre sul Secolo XIX in un articolo di Patrizia Albanese:

Per non parlare del mutuo soccorso da una villa all’altra, se per caso – come l’altra sera – uno degli ingulati s’incastra tra le sbarre dell’ingresso, iniziando a disperarsi con latrati da film dell’orrore. Scene grottesche, sempre più frequenti in quello che fu il fiore all’occhiello della Riviera di Levante. Con proprietari di seconde case furibondi. Oltre che preoccupati. Specie dopo quel che è accaduto a Cefalù. «Aspettiamo la tragedia anche sul Monte di Portofino o direttamente a due passi dal mare?» chiede Rinaldo Marinoni, manager di Finmeccanica e docente di Strategia delle comunicazioni alla Lumsa di Roma. Con un suggerimento: «Basta ipocrisia. Li dobbiamo sterminare. Sono un danno. Si pensi soltanto ai muretti a secco, puntualmente distrutti e ricostruiti a spese della collettività: cento euro a metro. Per non parlare del pericolo in senso stretto. Dobbiamo aspettare anche qui l’incidente?».

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