ROMA – Più che la tensione erotica li annientò la noia, gli sbadigli se non, addirittura, aperte risate. I giornalisti che hanno assistito alla prima, pubblicizzatissima, proiezione di Cinquanta sfumature di grigio sembrano (a giudicare dalle critiche sui giornali) rispolverare all’unisono il vecchio Fantozzi: “E’ una boiata pazzesca”.
Nel film sull’impiegato sfortunato protagonista era la Corazzata Potemkin, qui invece parliamo di una corazzata di luoghi comuni, noia, scarsissimo eros. Giacchè, sulla carta come sulla pellicola, l’eros vive di evocazioni più che di anatomie esplicite, di sussurri più che di grida aperte, Cinquanta sfumature sembra affondare proprio sui gridolini di Anastasia (Dakota Johnson), sull’inespressività di Mister Grey (Jamie Dorman), sullo scontato repertorio di manette, lacci, frustini.
Tre critici cinematografici, Caprara per La Stampa, Mereghetti per il Corriere della Sera e Finos per Repubblica, stroncano il film più atteso (ma forse solo più pubblicizzato) dell’anno.
Fulvia Caprara, La Stampa:
La regista ha dichiarato che, prima di girare il film, ha rivisto Nove settimane e mezzo, Ultimo Tango a Parigi e La vita di Adele, ma nella pellicola, già destinata agli inevitabili seguiti, non c’è la minima traccia di quel genere di tensioni erotiche. Più che una discesa nei gironi del sesso estremo, il film sembra una versione in salsa hot dei teen movie alla Federico Moccia.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera:
Adesso ci sono solo i sex toys di un riccone complessato, ordinati e tirati a lucido come una volta gli abiti dell’american gigolò nell’armadio: divisi per categorie (frustini, manette varie, corde e nastri: roba da educande timorate) e illuminati da una luce rossastra e soffusa che dovrebbe fare molto peccato e che invece rivela solo la povertà inventiva della scenografia. Doveva essere la camera delle meraviglie (e del piacere proibito) di Cinquanta sfumature di grigio , ma il film di Sam Taylor-Johnson — e della scrittrice E. L. James, che ha confessato di essere stata molto presente sul set per verificare la corrispondenza tra il suo romanzo e la trasposizione cinematografica — non mantiene praticamente nessuna promessa. Né di essere trasgressivo, né erotico né, tantomeno, appassionante.
Raccogliticcio e scopiazzato (sembra la versione porno-soft di Pretty Woman : lei vuole essere accettata come donna e non come oggetto sessuale e lui resiste. Là c’era l’aereo privato e qui l’elicottero, tutti e due hanno la parentesi musicale al piano, ma nel film di Marshall si rideva, qui si sbadiglia), algido e patinato come le case di Christian, queste sfumature annientano qualsiasi fantasia erotica e confermano l’incapacità di Hollywood di sfruttare i margini di libertà (anche sessuale) che si era conquistata.
Arianna Finos, Repubblica:
Nella prima parte l’umorismo salva qualche situazione, poi si fa tutto più pesante, Quando lui va giù di cinghia, lei conta e colpi e piange, poi si sente umiliata e lo rifiuta. “Perché ti piace farmi questo?”. Qui la composta platea di giornalisti sbotta in un una mezza risata. Ma più che il ridicolo — fare ironia su 5-0 sfumature è come sparare sulla Croce Rossa — il problema del film è la noia. La confezione patinata, la bella fotografia e gli ambienti, la canzoni (Beyoncé, ma anche la cover di I’m on fire di Springsteen), la sforbiciata ai monologhi sciatti ma sapidi — resta solo qualche perla tipo “se fossi mia non potresti sederti per una settimana” — potrebbero smorzare il guilty pleasure dei libri che hanno sedotto casalinghe, studentesse, professioniste di tutto il mondo. Se la signora E. L. James, che ha gestito l’operazione — film compreso — con un controllo degno di Grey avrà ragione lo diranno gli incassi e non le recensioni. 5-0 sfumature non è un film per critici, ma puro marketing. Un incrocio furbo tra 9 settimane e ½ (decisamente più erotico) e i romanzi Harmony Passion.
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