Cipro, Bersani e nuovo Governo, Renzi e Beppe Grillo: prime pagine e rassegna stampa

Il Corriere della Sera: “Le linea Bersani agita il Pd”. Perché non c’è un Renzi nel Pdl. Editoriale di Angelo Panebianco:

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“È possibile che il complicato dopo voto produca un governo di tregua. Ma un governo di tregua per fare cosa? Per fare tre cose, si suppone.
In primo luogo, tenere a galla la zattera con qualche provvedimento che assicuri un po’ di affidabilità agli occhi dei partner europei e dei mercati. Ma basterà che, in qualsiasi momento, una Cipro qualunque inneschi una valanga e tutto sarà rimesso in discussione.
In secondo luogo, fare una nuova legge elettorale. Ma si dà il caso che sia più facile dirlo che farlo. Come si capisce appena si pone la domanda: quale nuova legge elettorale?
In terzo luogo, dare ai partiti il tempo necessario per modificare le proprie offerte politiche in modo da riagganciare l’elettorato che li ha abbandonati scegliendo la protesta.
Delle tre cose da fare l’ultima è forse la più complicata. Come prova il fatto che nell’anno e passa di tregua assicurato dal governo Monti non c’è stata traccia di seria ristrutturazione di quelle offerte politiche. E il risultato si è visto alle elezioni”.

Il paradiso fiscale di Mosca e la partita segreta sul gas. Articolo di Luigi Offeddu:

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“Comando della flotta russa, 12 giorni fa, dichiarazione del comandante in capo ammiraglio Viktor Chirkov: «Il ministero della difesa ci ha ordinato di formare una task force che opererà nel Mediterraneo su base permanente».
E che avrà come «cuore» la flotta del Mar Nero, con l’appoggio di quella baltica e di quella nordica.
Nel caso-Cipro non si agitano solo i conti ragioneristici di Wolfgang Schäuble, ministro delle finanze tedesco; o i vertici straordinari della Ue, che tanto straordinari non sono più perché ormai si svolgono quasi ogni settimana. Intorno alla piccola isola, ci sono grandi interessi geostrategici, e di svariate nazioni. E’ certo anche a Cipro che pensa Sergei Shoigu, ministro della difesa russo, quando dice: «La nostra marina è in grado di operare in ogni mare del mondo che sia importante per i nostri interessi, e oggi il Mediterraneo è un’area di interesse per noi».
Cipro è infatti un balcone affacciato sui «teatri» geopolitici più caldi del mondo: dalla Turchia (70 chilometri di distanza), a Libano e Siria (circa 100 chilometri), all’Egitto, a Israele”.

Accuse e sospetti tra i democratici. Da Bersani toni meno duri sul Pdl. Scrive Dino Martirano:

“L’esile tela che Pier Luigi Bersani sta tessendo — dopo il preincarico di formare un governo conferitogli dal capo dello Stato — ora rischia di strapparsi anche a causa dei mal di pancia in arrivo all’interno del Pd alla vigilia della direzione del partito convocata per stasera. «E’ grave che in queste ore decisive una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il Pdl per un “governo del presidente”», ha scritto su Facebook il fedelissimo del segretario Stefano Fassina.
In realtà, la dichiarazione del responsabile economico del Pd — che intendeva rintuzzare la sortita del renziano Graziano Delrio («Pronti a un governo di scopo con il Pdl, non è il momento di fare capricci») — era stata stoppata dai vertici del Pd per non alzare un polverone. Poi, però, Fassina ha voluto farsi sentire sul social network dando una scossa al secondo giorno di consultazioni”.

«Pagati per gettarmi fango sul web». Grillo contro gli infiltrati digitali. Articolo di Alessandro Trocino:

“Il titolo è «Schizzi di merda digitali». Non si tratta di un’opera concettuale, né di una riedizione della pop art alla Piero Manzoni, ma di un post di Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento a 5 Stelle non torna al passato — quando spaccava i pc a mazzate e chiamava la Rete «Infernet» — ma certo frena sul mito delle virtù democratiche e taumaturgiche della Rete. «Da mesi — spiega nel post — orde di trolls, di fake, di multinick scrivono dai due ai tremila commenti al giorno. Qualcuno evidentemente li paga per spammare». Accusa grave, che evoca il timore di un sabotaggio dall’esterno, ma anche la paura che il bombardamento di critiche finisca per condizionare i suoi a Roma. Da giorni si parla di una quota di «cittadini» a 5 Stelle poco convinti dello scontro frontale con il potere. E il caso Grasso, con i voti in dissenso ai desiderata di Grillo, viene visto come un primo passo. Non c’è alcun elemento in tal senso, in realtà, ma il tema si pone. E non è un caso che Grillo ieri sia tornato allo scontro frontale con i due nuovi presidenti della Camera. Intanto Franco Battiato, cantante-assessore e simpatizzante di Grillo, perde la pazienza: «Ora esagera».
Messo sotto accusa per il suo presunto verticismo che sovrintende alla democrazia web, Grillo contrattacca: «Nella democrazia bersaniana non servono votazioni, basta nominare le “persone giuste” e farle ratificare per acclamazione”.

La Repubblica: “Bersani, il nodo è il Quirinale”. Rosa di cattolici per il Colle, l’ultima offerta di Bersani per chiudere la partita del governo. Scrive Carmelo Lopapa:

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“Un sottile filo bianco che porta ai nomi di Franco Marini, Sergio Mattarella e Pierluigi Castagnetti. Eccola la squadra a tre punte sulla quale il segretario dei Democrat e i suoi «ambasciatori» si stanno spendendo nelle trattative assai riservate che vanno avanti sotto il manto delle consultazioni ufficiali. Le due partite del resto si intersecano, impensabile chiudere quella per Palazzo Chigi tenendo fuori il Colle. E lo schema di gioco non può prescindere da un accordo di massima con Berlusconi e i suoi, ma anche con Maroni e la Lega. Con l’obiettivo di strappare la loro «non sfiducia», la mancata partecipazione al voto che consenta a Bersani di strapparla, quella benedetta fiducia al Senato, e salpare. Ipotesi che ancora in queste ore, a sentire dirigenti di prima fascia Pdl come Maurizio Lupi o Mariastella Gelmini, non vengono prese nemmeno in considerazione dal Pdl.
In casa democratica sono convinti invece che sulla tattica del Cavaliere «pronto alle urne» prevarrà il suo istinto di sopravvivenza, la voglia di non essere tagliato fuori dai giochi che contano. Il premier incaricato Bersani va ripetendo ai suoi che con la bandierina Pd a Palazzo Chigi e i presidenti delle Camere espressione del centrosinistra, non potrà non trattare sul Colle con l’emisfero destro delle Camere. E offre perciò una terna”.

La Stampa: “Bersani: proposta aperta a tutti”. Il Governo del presidente agita il Pd. Editoriale di Fabio Martini:

“Il passo volutamente flemmatico, da montagna, col quale il leader del Pd Pier Luigi Bersani sta provando a scalare la più impervia delle vette, è stato interrotto da un’improvvisa fiammata polemica, tutta interna al Pd. Apparentemente una delle tante che sovente agitano il più democratico e vivace dei partiti. Ma non è così: dietro i fumi dell’ennesima diatriba, per la prima volta ha preso corpo un oggetto sino ad oggi misterioso: il governo del Presidente. La proposta che ha fatto scandalo l’ha avanzata il presidente dell’Anci, Graziano Delrio: in caso di fallimento di Bersani, si vada senza indugi ad un «governo di scopo», della durata di pochi mesi, sostenuto all’esterno da Pd e Pdl. Raccontano che Pier Luigi Bersani si sia molto irritato: ma come proprio in queste ore si lanciano subordinate così insidiose?”.

La rivincita della metà turca “La finanza offshore si sposti qui”. Dal corrispondente Roberto Giovannini:

“Oggi la Cipro grecofona trema incollata alla televisione. Ma c’è un’altra Cipro che scrolla le spalle con disinteresse pensando ai guai di «quelli» e delle loro scassate banche. Interessano di più i risultati del campionato di calcio turco, o le elezioni che oggi designeranno il nuovo sindaco di Lefkosa. Lefkosa è la fetta di Nicosia (Lefkosia in greco) che si stende a nord della linea verde che dal 1974 divide la Repubblica di Cipro, membro dell’Unione Europea ed etnicamente greca, dalla Repubblica Turca di Cipro del Nord, l’entità politica che governa il 34% settentrionale dell’isola, riconosciuta soltanto dalla Turchia, dove vivono trecentomila turchi. Quasi 40 anni fa l’esercito turco con la fulminea operazione Attila – scatenata dopo il colpo di stato organizzato dalla maggioranza etnica greca, con l’appoggio dei colonnelli fascisti che allora comandavano ad Atene – venne in soccorso del circa venti per cento di popolazione cipriota di origine turca. Dagli anni ’50, quando Cipro era una colonia britannica, tra le due comunità scorreva il sangue, tra omicidi mirati e massacri di civili. «Attila» scatenò un esodo di massa incrociato, creando due comunità etnicamente «pure» e separate dalla diffidenza se non dall’odio”.

Il Giornale: “Bersani, ora basta”. Editoriale di Nicola Porro:

Non si riesce bene a capire per qua­le motivo il presidente incarica­to, o semincaricato, Pier Luigi Bersani stia facendo questo lun­go valzer di incontri con le parti sociali. E non si occupi piuttosto di tenere in piedi il suo par­tito, che si sta platealmente dividendo (e que­sti in effetti sono affari suoi), e soprattutto non provi a stringere quella mano tesa da parte della seconda coalizione uscita dal vo­to. O forse si capisce benissimo. L’idea è che gli italiani si possano guidare attraverso un grande accordo,antidemocratico,con l’esta­blishment. L’idea che un Paese si possa gui­da­re attraverso il consenso delle corporazio­ni, dei corpi intermedi, non è proprio demo­cratica. E soprattutto oggi non ha alcun sen­so. I nostri organismi intermedi stanno vi­vendo da tempo una crisi pari a quella della politica. Il numero uno degli artigiani, tal Giorgio Guerrini, per sei mesi rappresentan­te anche di diversi milioni di piccole imprese non solo artigiane, si è candidato ed è stato platealmente trombato. Sindacati e organiz­zazioni datoriali negli ultimi anni hanno vi­sto i propri vertici occupati più a trovare un futuro politico a loro stessi che a rappresenta­re e servire i propri associati. Il discorso non si può generalizzare”.

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