Claudia Macrì, vigilessa condannata: “È stata una trappola”

vigiliROMA – Claudia Macrì, la vigilessa di Roma condannata a 2 anni di galera per avere rubato due borse contraffatte a un venditore abusivo, si dice vittima di una trappola di cui il venditore, un clandestino bengalese “con tre decreti di espulsione e due denunce per ricettazione” sarebbe solo una parte.

A favore di Claudia Macrì si sono schierati i commercianti del centro di Roma, in testa Ginni Battistoni, presidente della Associazione via Condotti.

Scrive il Corriere della Sera:

«La verità è che mi hanno teso una trappola. Ho dato fastidio a qualcuno e me l’hanno fatta pagare». Claudia Macrì è delusa e molto abbattuta. Ancora incredula per la condanna a due anni e otto mesi di carcere per concussione rimediata venerdì in primo grado per aver sottratto, secondo il giudice, due borse identiche e contraffatte a un ambulante bengalese in vicolo del Bottino, a piazza di Spagna. Era il 10 giugno 2010. Due carabinieri dell’Ispettorato del lavoro notarono la scena e intervennero bloccando la vigilessa dopo aver inseguito e fermato l’abusivo. «Si sono accaniti su di me, senza tenere conto che quel bengalese ha tre decreti di espulsione e due denunce per ricettazione», racconta la «vigilessa di ferro». Alla quale i commercianti del centro – in massa – hanno manifestato solidarietà, a cominciare da Gianni Battistoni, presidente dell’Associazione Via Condotti. «Non gli ho rubato quelle due borse false, gliel’ho sequestrate e l’ho subito segnalato via radio, ma poi le ho lasciate all’ambasciata spagnola perché la sala operativa mi ha mandato in via Mario de’ Fiori per un altro intervento. È tutto registrato – aggiunge la vigilessa, d’origine argentina – ma al processo non ne hanno tenuto conto. Proprio non mi aspettavo di essere condannata. Da nove anni cerco di tenere piazza di Spagna pulita, dagli abusivi e da chi non rispetta i divieti. Ripeto: per questo qualcuno ha deciso di vendicarsi».

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