Claudio Scajola in carcere a Regina Coeli: cella singola con doccia, Messa, libri

L'arresto di Claudio Scajola (foto Lapresse)
L’arresto di Claudio Scajola (foto Lapresse)

ROMA — La vita in carcere di Claudio Scajola, a Regina Coeli a Roma, si svolge in una cella singola di dodici metri quadrati, pulita, tanto da meritare al direttore della prigione i complimenti dell’ex ministro dell’Interno.
Fabrizio Caccia ha descritto il primo giorno a Regina Coeli di Claudio Scajola sul Corriere della Sera:

“Il direttore del carcere di Regina Coeli, Mauro Mariani, gli è andato incontro, alla Quinta Sezione, Reparto Primi Ingressi. Claudio Scajola, dopo aver lasciato giacca e cravatta all’ufficio matricola, aveva già indossato una comoda tuta da detenuto e alla vista della sua cella singola, di dodici metri quadrati, si è fermato un attimo prima di entrare, ha guardato negli occhi gli agenti intorno a lui e poi, sorridendo, ha esclamato:
“Chapeau! Davvero complimenti. Qui a Regina Coeli è tutto pulito e voi siete estremamente gentili. Grazie”.
Quindi, prosegue il racconto di Fabrizio Caccia, Claudio Scajola è entrato, ha fatto un rapido sopralluogo, passando in rassegna il tavolino, il letto, i due armadi e il bagno separato, munito di doccia, poi si è informato sul tipo di alimentazione («Chiedo scusa, ma soffro un po’ di diabete») e infine ha salutato il direttore Mariani e ha cominciato a mettere in fila sulla piccola scrivania i libri che stava leggendo prima di essere arrestato, a partire dal «Gesù di Nazareth» di Joseph Ratzinger, già Papa Benedetto XVI”.
La giornata di Claudio Scajola in carcere comprende anche la Messa, che si celebra alle 9.
I suoi avvocati, Elisabetta Busuito e Giorgio Perroni, lo incontreranno solo martedì. Sempre martedì potrebbe ricevere la prima visita dei suoi familiari, la moglie Maria Teresa e i figli Lucia e Piercarlo.
Scajola, riferiscono fonti del carcere,
“dimostra di reagire bene, con un notevole autocontrollo e una sorprendente capacità di adattamento — a detta degli agenti che sorvegliano la Quinta Sezione — tanto da sembrare, in mezzo agli altri detenuti, «uno di loro». Al passaggio in corridoio nessuno ha levato contro di lui frasi ingiuriose o cori di scherno. Solo silenzio e un po’ di curiosità”.
Ricorda Fabrizio Caccia che quando fu arrestato, giovedì, Claudio Scaiola appariva molto giù di morale.
“Ai poliziotti, che tentavano di rincuorarlo in ascensore, vedendolo così abbacchiato, e gli dicevano «coraggio ministro, vedrà che dal carcere uscirà presto», lui scuotendo la testa e scuro in volto aveva risposto «Mah, non credo, stavolta la vedo dura…».

Comments are closed.

Gestione cookie