Il comune di Reggio Emilia taglia i costi: rimborsi solo per bus e treni

Il comune di Reggio Emilia
Il comune di Reggio Emilia

ROMA – Il comune di Reggio Emilia, dopo lo scandalo rimborsi che ha coinvolto la regione, ha deciso di tagliare i costi e di rimborsare ai consiglieri solo bus e treni per le trasferte.

L’articolo di Giorgio Ponziano su Italia Oggi:

«Un eletto non può spendere per una cena o per il noleggio auto quanto una famiglia spende in un anno per i libri di testo del figlio che va a scuola», afferma Matteo Panari del circolo Pd di San Martino in Rio. «Non ci siamo proprio», aggiunge Lanfranco de Franco, segretario della sezione Reggio 1. «Il risvolto penale mi interessa poco perché i consiglieri si sono comportati moralmente in maniera pessima ed è la politica che deve innanzi tutto intervenire».

La Regione, capitanata da Vasco Errani, tentenna nel prendere provvedimenti risolutivi? Il Pd non decide di inforcare la ramazza e fare davvero pulizia? Qui il vice-sindaco, Ugo Ferrari, pidiessino di lungo corso che regge il Comune quale facente funzione poiché il sindaco Graziano Delrio è diventato ministro ma non si è dimesso per evitare elezioni anticipate, ha preso di petto il problema: ha preparato un provvedimento esemplare e lo ha fatto votare, all’unanimità, da tutta la giunta. Un atto da imitare nel resto d’Italia e un ammonimento per i tantissimi che di fronte agli scandali si prodigano nei blabla senza fare nulla di concreto.

Ferrari ha cancellato i rimborsi d’auto: d’ora in poi il sindaco, il vice, gli assessori, i consiglieri comunali dovranno viaggiare in treno o in bus. Solo le ricevute, cioè i biglietti, di questi due mezzi di trasporto saranno rimborsati. Nulla, ovviamente, vieta che usino l’automobile. Ma a spese loro. Niente soldi pubblici se non per treno e bus. Inoltre, anche per salire sul treno o sul bus, ci dovrà essere l’autorizzazione del capo dell’amministrazione. Insomma, un taglio netto, alla radice, a privilegi e costi. Un modo per rendere la casta meno casta. Un passo importante, pressochè unico in Italia. Vasco Errani, se ci sei batti un colpo. E con lui tanti presidenti di Regione e sindaci.

La decisione di Ferrari ha colto di sorpresa e scavalcati proprio sul terreno a loro più congeniale, quello della moralità, perfino i grillini, che alla Regione Emilia-Romagna hanno presentato una proposta restrittiva che prevede comunque i rimborsi per le vetture dei consiglieri. A Reggio Emilia hanno invece addirittura cancellato le auto dalle voci delle note spese. In treno o in bus i politici saranno più a contatto con la gente: oltre all’etica ci guadagna pure il loro modo di lavorare, più consapevoli dei problemi dei cittadini che incontreranno durante i loro trasferimenti sui mezzi pubblici. Il fatto è che anche a Reggio Emilia vi era un problema di spese fuori controllo, secondo il consigliere comunale di una lista civica (Progetto Reggio), Giacomo Giovannini: «Abbiamo compiuto una verifica su quella che era la gestione dei rimborsi degli assessori e dei consiglieri comunali riscontrando una situazione di controllo inadeguata, con tipologie di rimborsi politicamente ingiustificate, rimborsi privi di ricevute oppure per spese di tipo personale».

In realtà esiste un decreto legge (numero 78) del 2010 che prevede restrizioni nei rimborsi delle spese di trasporto per gli eletti ma poche amministrazioni locali lo hanno recepito né sono stati attivati controlli sulla sua attuazione. A tre anni di distanza ci si trova punto e a capo. Mosca cocchiera è Reggio Emilia, grazie a un sindaco pro-tempore, il quale però non è senza peccato. Infatti all’atto dell’insediamento (giugno scorso) ha dovuto subire le critiche delle opposizioni, con in testa i grillini, per avere assunto (con un contratto da 42 mila euro) una portavoce (una giornalista che lavorava all’ufficio stampa della Provincia). «Di fronte ad una tassazione sparata al massimo e ad un mare di bisogni generati dalla crisi economica», dice Matteo Olivieri, capogruppo 5stelle in Comune «di una nuova portavoce davvero nessuno ne sentiva il bisogno, specie se al servizio di un vice-sindaco da nessuno eletto. Si può vivere nove mesi, quanti ne mancano alle elezioni, anche senza strabilianti imprese mediatiche».

Un’impresa però è stata realizzata ed è quella della cancellazione del rimborso-auto. Un sasso lanciato nello stagno pidiessino e non solo. In Piemonte la guardia di finanza ha scoperto che almeno 4 consiglieri regionali Pdl si sono fatti rimborsare le spese di manutenzione sostenute in officina (perfino il cambio gomme) della propria vettura per un totale di 12 mila euro, più le spese per il carburante che in un caso (la consigliera Carla Spagnuolo, ora Forza Italia) sono ammontate a 18.310 euro in 28 mesi. Se abitasse a Reggio Emilia diventerebbe una benemerita di Trenitalia e io pagherei qualche cent in meno di tasse.

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