ROMA – Sulla comunione ai divorziati risposati c’è uno scontro in atto all’interno della Chiesa cattolica. È una battaglia fra cardinali. C’è il fronte del sì, la linea del perdono verso coloro che vivono in peccato mortale (i divorziati), guidato dal cardinale Walter Kasper, teologo tedesco. E c’è il fronte del no, la linea più tradizionalista (ad oggi i divorziati NON possono fare la comunione) guidata da un altro cardinale e teologo tedesco, Gerhard Ludwig Müller.
In mezzo Papa Francesco, che lascia “libertà di confronto” chiamandosi fuori dalla contesa con una posizione difficile da attaccare, così sintetizzata: “Il cristiano non deve essere schiavo di piccole leggi”.
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Franca Giansoldati sul Messaggero da una sintetica e completa descrizione dello scontro in atto in Vaticano:
“In Vaticano nessuno vuole sentire parlare di «cordate», «guerre», «scontri», eppure sta covando una opposizione ai cambiamenti assai netta. Ferma. Irremovibile. Addirittura c’è anche chi ipotizza che se al Sinodo sulla Famiglia (che si aprirà il mese prossimo) dovesse farsi strada una linea moderna, rivoluzionaria e certamente non in sintonia con la tradizione finora osservata, si potrebbe arrivare ad una spaccatura incurabile. Tutto da vedere. Nel frattempo diversi cardinali, pezzi da novanta nel Collegio cardinalizio, stanno scaldando i motori e hanno condensato il loro «no» ad eventuali riforme in libri, saggi, pamphlet. La partita che si sta giocando nella Chiesa è enorme. I due capofila delle correnti contrapposte – Sì ad un ammorbidimento pastorale; No a revisionare l’impianto dottrinale – sono entrambi tedeschi e teologi: da una parte il cardinale Gerhard Müller, attuale prefetto dell’ex Sant’Uffizio (che ha appena fatto pubblicare da Ares una riflessione, intitolata La speranza della famiglia), dall’altra Walter Kasper che intravede nella misericordia la chiave di volta ai problemi (peraltro titolo di un suo libro che parla della capacità di perdonare, nucleo e sintesi della rivelazione biblica).
MISERICORDIA Il ragionamento di Kasper (se Dio perdona, perché la Chiesa non dovrebbe fare altrettanto nei confronti di chi fallisce un matrimonio?) è fortemente osteggiato da una corrente sempre più ampia; cardinali decisi a dare man forte alle posizioni di Müller. Caffarra, Brandmueller, De Paolis, Burke anche loro promotori di scritti. Il loro dissenso lo hanno affidato alla prestigiosa Ignatius Press con un titolo eloquente: Restare nella verità di Cristo, matrimonio e comunione nella Chiesa. La linea (espressa a suo tempo anche dall’allora cardinale Ratzinger) va difesa, la Chiesa non può ammettere il divorzio per un matrimonio sacramentale rato e consumato. Müller a tal proposito afferma: «E’ un dogma. Insisto: l’assoluta indissolubilità di un matrimonio valido non è mera dottrina, ma un dogma divino e definito dalla Chiesa. Di fronte alla rottura di un matrimonio valido, non è ammissibile un altro matrimonio civile. In caso contrario saremmo di fronte ad una contraddizione perché se la precente unione, il primo matrimonio, è realmente un matrimonio, un’altra unione successiva non è matrimonio».
Attualmente il secondo matrimonio è possibile solo se il legittimo coniuge è morto, oppure se il matrimonio è stato dichiarato invalido dalla Rota perché il vincolo precedente si è dissolto. Il Sinodo è alle porte e gli animi sembrano infiammarsi. I confronti saranno serrati ma Papa Francesco è deciso ad andare fino in fondo e dare ai padri sinodali la massima libertà per riflettere. Ieri mattina durante la messa a Santa Marta, ha lanciato messaggi trasversali sul fatto che non bisogna temere cambiamenti. «Il cristiano non deve essere schiavo di tante piccole leggi ma aprire il cuore al comandamento nuovo dell’amore». Ha parlato anche di come certe strutture caduche vadano riviste, consapevole che sul fronte dei divorziati risposati la Chiesa dal basso chiede la forza di un cambiamento”.
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