Geloni contro Madia: “Hai cambiato cinque correnti”

 Marianna Madia
Marianna Madia

ROMA – Chiara Geloni, direttrice di Youdem, la tv del Pd, attacca frontalmente sull’Huffington Post Marianna Madia, appena nominata responsabile del Lavoro nella segreteria di Matteo Renzi.

L’articolo del Corriere della Sera:

La giornalista, nota per più di un duello sui social media, scrive una lettera aperta alla giovane deputata, rivolgendosi a lei in quanto elettrice: «Cara Marianna, alle primarie per i parlamentari ho votato per te. Non ritieni per caso di dovermi spiegare qualcosa?». Per capire il senso politico dell’attacco, bisogna ricordare come la Geloni — già apprezzata da Fassino, a lungo vicina a Marini e Franceschini e ora bersaniana di ferro — ripercorre, a suo modo, la (breve) storia politica di Madia: scelta da Veltroni alle elezioni quando frequentava l’Arel di Enrico Letta, «da veltroniana ti sei detta estimatrice di D’Alema», «hai votato alle primarie per Bersani» e «qualcuno dice di averti visto a riunioni dei Giovani Turchi, ma leggo che neghi». E ancora: «Hai capeggiato le elezioni contro Marini». Infine, «eri a Roma per Cosentino e poi sei andata alla Leopolda e ti sei detta renziana». Insomma, l’accusa alla Madia è di trasformismo politico. La Geloni spiega: «Tutti abbiamo diritto di cambiare idea. Ma non senza spiegare perché». La Madia, che oggi non vuole replicare, spiegò proprio all’Huffington Post le ragioni del suo abbandono di Bersani, causato da «una stagione ipocrita e confusa», dai «troppi errori», e dal «killeraggio di Prodi». «Non posso stare — spiegava il 21 novembre — con chi difende la giustezza di quelle scelte». E sulla svolta: «Renzi è l’unico per carattere, storia, inclinazioni a poter sfidare questo stato di cose che impedisce il cambiamento. È l’unico che ha la dimensione umana di battere il “mostro” che ha “ucciso” Veltroni e Bersani».

L’intervista di Repubblica a Chiara Geloni:

Geloni, cosa le ha risposto Marianna Madia?
«Che l’avrebbe letta con attenzione».
In un blog sull’Huffington le ha rimproverato di passare da una casacca a un’altra, prima veltroniana poi dalemiana quindi lettiana, bersaniana e infine renziana?
«Non voglio mettere in discussione il diritto alle scelte di un parlamentare. Il mio non è un richiamo di corrente o di fedeltà correntizia. Non è che mi sento tradita perché non è più bersaniana. L’ho votata alle primarie per i parlamentari perché mi è sembrata una persona libera da settarismo».
Però ha fatto troppe giravolte?
«Io faccio le mie scelte e non metto in discussione il diritto di un altro di fare le sue. Mi chiedo però, non solo nel suo caso, quali messaggio riceve un elettore come me, che l’ho votata alle primarie e si aspetta di essererappresentato dal suo deputato. tante volte neppure capisce… Non vorrei che il cambiamento fosse solo cambiare segreteria, ma cambiare il modo di fare politica, essere più trasparenti».
Più coerenti?
«Rispettosi gli uni con gli altri. Un parlamentare deve voltarsi indietro e guardare in faccia le persone che l’hanno votato.
Può anche cambiare idea, ma non dovresti mai dimenticarti di chi ti ha votato e a cui devi rendere conto».
Queste cose poteva anche dirgliele in privato?
«È una riflessione che penso possa riguardaretutto il Pd».
C’è una corsa a salire sul carro del vincitore?
«Questa c’è sempre, non mi scandalizzo, però un partito è una comunità di persone le cui scelte devono essere leggibili, rispettabili, spiegate. Se no ci saranno altri mille casi Marini e altre mille volte i 101 “franchi tiratori” di Prodi, non può ognuno muoversi come gli pare, senza mai risponderne»

 

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