Crisi di Governo, Monti, Berlusconi e spread: la rassegna stampa e le prime pagine

Pubblicato il 10 Dicembre 2012 - 09:03 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Monti: non si può dilapidare un tesoro”. Le scelte del professore. Editoriale di Antonio Polito:

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“C’è un’Italia dietro Mario Monti? Questa è in definitiva la domanda cui il Professore dovrà rispondere nelle prossime ore, e non riguarda solo il suo futuro. Silvio Berlusconi, l’uomo che sull’orlo del fallimento nazionale gli girò tutte le cambiali che aveva firmato con l’Europa e che non era in grado di onorare, vuole tornare. Eccita quella parte del Paese convinta che le cambiali si possono non pagare. Sa che è un’idea popolare. A destra, dove Maroni chiede al Pdl di «andare avanti, fino in fondo», anche se non è chiaro dove sia il fondo. Ma anche a sinistra dove, dalla Fiom a Vendola, c’è chi considera l’Europa un club di banchieri da rovesciare a colpi di deficit. 
Il guaio maggiore del discorso di Milanello sta proprio nel ridare legittimità a entrambi questi estremismi. Anche se Berlusconi non vincerà le elezioni, ha già cambiato il contenuto delle elezioni. Da domani ciò che conta è di nuovo da che parte si sta, non che cosa si fa; da domani non si fa più di conto con i soldi pubblici, ma si rifà la conta dei voti che possono portare i soldi pubblici. Si gioca a berlusconiani contro antiberlusconiani, per la sesta volta di seguito. L’armistizio è durato 13 mesi. La guerra continua. Il mondo ci guarda incredulo”.

Borse, spread e Btp grande attesa per il voto dei mercati. Articolo di Luigi Offeddu:

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“Oggi, i mercati giudicano l’Italia. Succede ogni lunedì, con la riapertura delle Borse. Ma questo lunedì è particolare: Mario Monti ha preannunciato le sue dimissioni, Silvio Berlusconi il suo ritorno in campo, la politica italiana torna a incendiarsi. Proprio mentre nuove aste dei titoli di Stato si profilano per la metà della settimana. 
Il nervosismo varca le frontiere. Berlusconi è «il contrario della stabilità», afferma il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz in un’intervista all’agenzia Ansa, «mentre l’Italia e l’Europa hanno bisogno di stabilità e di un’Italia forte, non di un Berlusconi».
«Non ho sentito quelle parole», glissa lo stesso Berlusconi. Ma per lui rispondono da Roma le voci adirate del Pdl, e da Bruxelles il vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, che parla di «intervento inopportuno» nella vita democratica interna di uno Stato”.

La prima pagina de La Repubblica: “Monti: ecco perché mi dimetto. Paura per i mercati”.

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Monti, la crisi scuote l’Europa. La Stampa: “Timori dall’Ue per le riforme in Italia. Il Quirinale: vedremo cosa faranno i mercati”.

Il nuovo divario tra ricchi e poveri passa per la Rete. Il dossier di Luca Indemini:

“Che i nostri figli non siano mai separati da un divario digitale: con questo auspicio di Al Gore nel 1996, il concetto di «Digital divide» è entrato nell’uso comune. Il rischio paventato dall’allora vice Presidente Usa con il tempo è diventato un problema concreto. Oggiildivariodigitaletrachihaaccessoalle tecnologie dell’informazione (pc e Internet inprimis)echineèescluso,inmodoparziale o totale, non riguarda solo i rapporti tra Nord e Sud del mondo. Molti stati sviluppati ne sono affetti, con realtà complesse e sfaccettate all’interno di ogni Paese. Italia inclusa. Che si colloca 12 punti percentuali sotto la media europea nell’accesso a Internet da casa mediante banda larga (cioè accesso alla rete con velocità uguale o superiore a 2Mbps): 49% contro il 61%, secondo i dati Istat 2012. E questo nonostante l’incremento della quota di famiglie che dispongono di una connessione veloce: dal 14,4% del 2006 al 45,8% del 2011. Ai primi posti, la Svezia supera l’80%, Danimarca e Paesi Bassi sono al 79%”.

Il Giornale: “Torna l’asse Berlusconi-Lega”. La giornalista che vuole uccidere il Cavaliere. Editoriale di Alessandro Sallusti:

Cristiana Chiarani è una collega giornalista. Di più, è una maestrina del giornalismo che non disdegna lezioni di etica professionale e personale. Oltre, immagino, alla tv nella quale lavora, lo fa anche sui canali internet, tipo Twitter. Proprio sul famoso social network la ragazza ha cinguettato, così si dice, sul mio caso. Non le sto simpatico, ha scritto che l’Ordine dei giornalisti avrebbe dovuto radiarmi da tempo, che sono un irresponsabile, che diffamare non è informare e cose del genere. Pensiero legittimo, non importa se basato su falsi (io non ho diffamato nessuno). La questione è un’altra. Perché ieri, sempre su Twitter, la suddetta campionessa di etica e professionalità, a proposito del ritorno in campo di Silvio Berlusconi ha scritto: «Forse dobbiamo piantargli un paletto di frassino nel cuore o sparargli nel cervello per evitare che torni… Basta!!!». Ecco da chi dovrei imparare il mestiere, dai giornalisti che istigano a sparare in testa a Berlusconi“.

Imprese, la crisi non frena le tasse. Il Sole 24 Ore: “Più imposte per una società su due – Le realtà in perdita sfiorano quota 200mila”.

Ridurre il prelievo, priorità per il futuro. Editoriale di Salvatore Padula:

“La “questione fiscale” – da tutti indicata come una delle priorità del Paese – continua a non essere affrontata per ciò che è: un’emergenza. Nessun altra valutazione sembra possibile, specie guardando all’azione del Governo, anzi, “dei Governi”, sia quello che in questi giorni si appresta a concludere il proprio percorso sia quelli che lo hanno preceduto nell’ultimo decennio e più. Il risultato è che, sulla questione fiscale, siamo rimasti all’anno zero. Si è fatta una riforma delle pensioni, è persino riuscito (pur con i limiti e i compromessi che conosciamo) un riordino del mercato del lavoro, ma sul fisco non rimane che una casella pressoché vuota. Molte buone intenzioni sul fronte del contrasto all’evasione (in attesa di verificare in futuro i risultati) insieme a qualche aspettativa ancora aperta sul terreno della semplificazione degli adempimenti. Nulla di nulla, invece, sul nodo-principe dell’emergenza fiscale, vale a dire la riduzione del prelievo”.